Forze Armate, calcolo dello stipendio “sbagliato”: chi rischia di essere penalizzato

Forze Armate stipendio

Secondo quanto lamentato da ASPMIAssociazione sindacale professionisti militari, i nuovi entrati nelle Forze Armate rischiano di pagare sulla loro pelle le conseguenze di un calcolo errato dello stipendio.

Anzi, più che di stipendio si deve parlare di paga: ci riferiamo, infatti, al personale in ferma volontaria, VFI e VFP4, per i quali ogni mese la retribuzione viene calcolata tenendo conto dei singoli giorni di servizio effettivo.

Come riportato in esclusiva da ASPMI, per questi sembra essere cambiata la modalità di calcolo della paga: anziché considerare precisamente i giorni di servizio effettuati, infatti, il nuovo centro unico stipendiale sembra stia procedendo in modo convenzionale con un conguaglio di fine anno che rischia di essere particolarmente penalizzante per molti volontari.

Perché sta cambiando il calcolo dello stipendio per i volontari delle Forze Armate?

La ragione del cambio sembra essere dovuta all’accentramento nel Centro unico stipendiale. Infatti, mentre in precedenza erano i singoli comparti a dedicarsi alle procedure per il calcolo dello stipendio, girando poi tutto a Noipa, adesso è un unico ufficio che – per volontà del ministero della Difesa – si occupa delle retribuzioni del personale di Esercito, Aeronautica e Marina militare.

Il che significa che dovrà gestire un gran numero di personale, tra volontari in ferma prefissata e militari a tempo indeterminato.

L’organico dell’ufficio che dovrà occuparsene dovrà quindi essere adeguato alla mole di lavoro, ma al momento non sembra essere così.Tant’è che probabilmente è questa la ragione per cui è stato deciso di cambiare la procedura per il calcolo della paga dei volontari, visto che la nuova modalità consente di velocizzare di molto le procedure. Con il rischio, però, di gravi ripercussioni per il personale.

Come sta cambiando il calcolo dello stipendio per i volontari delle Forze Armate

Come anticipato, per i volontari dell’Esercito, Marina e Aeronautica si deve parlare di paga. Tanto i VFI quanto i VFP4, infatti, percepiscono una paga giornaliera lorda calcolata in base ai giorni di servizio effettuati, come previsto ai sensi dell’articolo 2262 del Codice dell’Ordinamento militare.

Quando si calcola quanto spetta ogni mese, quindi, in primis si tiene conto del numero di giorni in cui si è svolto il servizio. E così è stato fino all’accentramento: adesso, come riportato da ASPMI, si sta adottando invece una modalità “convenzionale” tenendo conto per ogni volontario di 30 giorni di servizio ogni mese, salvo poi procedere con un calcolo più preciso in sede di conguaglio di fine anno.

Ma se consideriamo che generalmente i giorni di servizio svolti sono meno di 30, il rischio è che nella maggior parte dei casi a fine anno bisognerà restituire quanto percepito in più, una cifra che a seconda dei casi rischia di essere molto elevata penalizzando così il militare che tra l’altro è all’oscuro di una tale procedura.

Il che comporta anche una disparità tra colleghi, visto che coloro che non sono ancora gestiti dal sistema centralizzato continueranno a ricevere la paga calcolata in maniera corretta, senza quindi dover temere il conguaglio.

L’Associazione non si spiega la ragione per cui si è deciso di stravolgere la vecchia procedura che tanto ha funzionato – e che semplicemente poteva essere migliorata – per passare a un calcolo convenzionale che da una parte accelera le operazioni mensili ma dall’altra ha come svantaggio quella di far risultare una paga provvisoria e in molti casi sbagliati.

Anche perché non sarebbe solamente lo stipendio in errore, ma tutti gli emolumenti che ne conseguono: dalla contribuzione al TFR, fino alle bonifiche che verranno corrisposte in trentesimi.Grave danno d’immagine per le Forze ArmateSi rischia di arrivare al conguaglio di fine anno con migliaia di volontari che si vedranno trattenere dall’ultimo stipendio una somma ingente.

Il che rappresenterebbe anche un danno d’immagine per tutte le Forze Armate, rischiando di disincentivare il reclutamento (con i numeri che già sono al ribasso, e non solo in Italia).Per questo motivo l’Associazione ha chiesto un rapido intervento del ministero della Difesa: d’altronde c’è ancora tempo per correggere il tiro e limitare i danni di una tale operazione. Fonte: money.it

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