Catania: sgominata dai Carabinieri una banda di pusher. Una donna spacciava con il figlio in braccio

Carabinieri notizie

Nella piazza di spaccio vendeva la droga anche una donna con il figlioletto in braccio. I pusher che sgarravano venivano picchiati e umiliati. Le immagini riprese con un cellulare finivano poi sui social per far capire che con i capi dell’organizzazione era meglio non sbagliare mai.

Il fortino della droga nel cuore di San Cristoforo era posizionato nel dedalo di stradine in via Piombai. Una serie di collegamenti tra i numeri civici 42 e 52 hanno trasformato “u curtigghiu”, il cortile, in una fiorente piazza di spaccio di crack e cocaina con giro d’affari quantificato in 10 mila euro a settimana. A guardia della roccaforte della droga porte in ferro e cani da combattimento oltre alle vedette in giro continuo sugli scooter. Le intercettazioni dei carabinieri hanno smascherato l’organizzazione. Da qui il blitz scattato all’alba: 21 gli arrestati portati in carcere, uno ai domiciliari e tre gli indagati con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La piazza era in mano a Giovanni Di Martino che ha solidi appoggi criminali, essendo pronipote di un Vinciguerra vicino ai Bonaccorsi-Carateddi. Al suo fianco il nipote Giuseppe.

Despota a tratti violento in più di un’occasione avrebbe picchiato, deriso e umiliato le vedette: azioni violente che filmava con il proprio cellulare e ne postava i video sui social per “avvalorare pubblicamente la loro posizione di subordinazione”. Un giovane è stato costretto a ‘tuffarsi’ nel contenitore dell’immondizia e un altro a farsi avvolgere il volto con del nastro adesivo. Strategico il ruolo di tre donne: Silvia Monica Maugeri e Georgiana Xenia Bontu, rispettivamente moglie e cognata di Giovanni Di Martino, gestivano i guadagni della piazza, custodivano il denaro e affiancavano e talvolta sostituivano gli uomini della famiglia nello spaccio anche se con loro c’erano i figli di uno e quattro anni. La nipote Vita Giuffrida invece assieme al compagno Antonino Bonaceto, aveva il compito di rifornire quotidianamente la piazza poco prima dell’apertura alle 17. L’indagine è durata in tutto quattro mesi: da ottobre del 2020 allo scorso gennaio.

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