Soldi per truccare concorsi pubblici nell’Esercito e nella Polizia Penitenziaria: sei indagati

concorsi truccati

L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Caserta e guidata dal colonnello Nicola Sportelli, sotto la supervisione del Procuratore Pierpaolo Bruni della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, riguarda un presunto traffico di influenze che coinvolge alcuni membri dell’Esercito Italiano e del Corpo di Polizia Penitenziaria. Gli indagati sono accusati di aver facilitato il superamento di concorsi pubblici e degli accertamenti psicofisici per i candidati, in cambio di pagamenti.

Dietro pagamento di somme di denaro e veniva assicurato il passaggio ai test di ammissione ma anche il superamento degli accertamenti psicofisici: questo raccontano alcuni testimoni. Le indagini delle Fiamme Gialle confermerebbero il pagamento di quello che in gergo veniva chiamato semplicemente “caffè”. Ma a costi decisamente elevati: dai 15mila fino ai 40mila euro, secondo un vero e proprio tariffario che assicurava l’inserimento in graduatoria.

Secondo quanto riferito dai testimoni e dalle indagini delle Fiamme Gialle, i candidati che avrebbero pagato per tali servizi sono stati successivamente assunti e lavorano ora nelle carceri di tutta Italia.

Tra gli indagati figurano il leader nazionale di un sindacato di categoria, insieme ad un dirigente regionale, un dirigente del Provveditorato regionale della Polizia Penitenziaria, un appartenente all’Esercito Italiano e altre due persone. Tuttavia, le accuse rimangono da confermare e i sospettati avranno l’opportunità di difendersi dalle accuse avanzate contro di loro.

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