Poliziotti condannati dalla Corte dei conti a risarcire il ministero: lucrarono sugli orari di pattuglia

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Quindici agenti della Polizia di Stato del distaccamento della stradale di Todi sono stati condannati dalla Corte dei conti dell’Umbria a risarcire il ministero dell’Interno con una somma complessiva di trentamila euro, al netto della rivalutazione e degli interessi.

Questi agenti erano accusati di entrare in servizio più tardi del dovuto e di rientrare in caserma con notevole anticipo, ingannando perfino i loro colleghi della centrale operativa. L’ultima sentenza in merito è stata depositata il 30 ottobre scorso ed è stata emessa dalla Corte dei conti dell’Umbria.

Il caso ha rivelato che un ex agente, un uomo di 48 anni di Marsciano, è stato l’unico a opporsi al pagamento richiesto, permettendo agli altri coinvolti di chiudere il contenzioso con lo Stato.

La Corte dei conti ha sottolineato il comportamento “infedele” dell’ex poliziotto, riconoscendo in esso un “danno da disservizio”, che rappresenta la prima fase di un potenziale risarcimento per il danno patrimoniale e d’immagine.

Tuttavia, la questione riguardante il risarcimento patrimoniale e d’immagine rimane aperta in sede civile, poiché il procedimento penale si è concluso con la prescrizione delle singole condotte, nonostante le anomalie negli orari siano state confermate dalle sentenze penali.

Poliziotti condannati: la vicenda

La vicenda è emersa dieci anni fa grazie all’iniziativa di un dirigente di polizia, che aveva notato un mancato intervento su un incidente. L’indagine ha considerato un periodo di soli tre mesi, sufficienti a rilevare le irregolarità negli orari di servizio degli agenti, anche se le azioni individuali non sono state punite a causa della scadenza dei termini di prescrizione.

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