Nordio contro il sovraffollamento delle cerceri: caserme dismesse e lavoro

Caserme studenti

In Italia i penitenziari registrano un sovraffollamento che viaggia verso il 121%: dietro le sbarre ci sono 10mila detenuti in più rispetto ai posti letto

Scontare la pena in carcere a due velocità: dietro le sbarre o per chi non si è macchiato di gravi reati nelle caserme dismesse che hanno un struttura compatibile con la reclusione, con muri, garitte, locali chiusi, ma anche ampi spazi aperti per lavoro e sport. Solo per condannati che devono scontare pene brevi per reati bagatellari che non destano allarme sociale. É il piano del ministro della Giustizia Carlo Nordio per combattere il sovraffollamento delle carceri.

Un percorso per evitare la costruzione di nuovi istituti penitenziari lunghi e dispendiosi. Pieni di ostacoli burocratici ed economici.

«Costruire un carcere è costoso e difficile, usare strutture perfettamente compatibili con la sicurezza in carcere è la soluzione su cui bisogna iniziare a lavorare, e ci stiamo lavorando con risultati che spero saranno abbastanza prossimi», ha spiegato il ministro della giustizia Carlo Nordio al termine della sua visita nel carcere le Vallette di Torino, dopo la tragica morte di due detenute, una delle quali si è lasciata morire di fame.

Dietro le sbarre ci sono 10mila detenuti in più

In Italia i penitenziari registrano un sovraffollamento che viaggia verso il 121%: dietro le sbarre ci sono 10mila detenuti in più rispetto ai posti letto. E si registra una tragica emergenza suicidi con 44 casi dall’inizio dell’anno, di cui 17 durante il periodo estivo. «Ogni suicidio in carcere è un fardello che angoscia ogni volta», ma «lo Stato non abbandona nessuno».

Previsti dal Pnrr otto nuovi padiglioni, con 640 camereIl progetto targato Nordio si affiancherà alla ricognizione sugli interventi di edilizia penitenziaria in corso e da attuare, a partire degli otto nuovi padiglioni previsti dal Pnrr, con la realizzazione di altre 640 camere detentive e spazi trattamentali.

Stime ufficiali sul numero dei detenuti che potrebbero essere trasferiti nelle caserme dismesse per ora non ce ne sono ma si tratterebbe di alcune migliaia sulle oltre 57mila persone ristrette nelle carceri. I singoli provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria contatteranno Demanio e ministero della Difesa a livello territoriale per una ricognizione delle caserme disponibili, in vista di un piano nazionale.

Misure alternative e aumento del personale

Previste anche misure alternative alla detenzione, in continuità con la riforma Cartabia. Si punta anche all’incremento del personale che presenta enormi carenze. É in svolgimento l’esame orale del concorso per 214 funzionari giuridico-pedagogici, gli educatori che accompagnano i detenuti nel percorso di reinserimento sociale. Il tentativo è quello di iniziare a sopperire alla sproporzione gravissima che c’è tra la popolazione detenuta e il numero modesto di operatori che invece dovrebbero essere una figura chiave nelle carceri.

Un intervento che segue l’ingresso lo scorso autunno di 57 nuovi direttori delle carceri, prime assunzioni dopo uno stop di quasi 30 anni.Spinta al lavoro in carcere formativo e professionalizzante.

Fra i progetti in atto c’è anche l’accordo interistituzionale firmato fra Cnel e ministero della Giustizia il 13 giugno, che ha l’obiettivo di diffondere in carcere un lavoro formativo e professionalizzante. L’obiettivo è quello di accrescere le competenze dei reclusi, rendendo proficuo il tempo passato in carcere.

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