Forze Armate e Polizia aumenta lo stipendio (vedi tabella). Previste nuove assunzioni per 17mila unità

Forze armate e polizia aumento di stipendio

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Forze Armate e Polizia aumenta lo stipendio. Si apre un periodo di rinnovamento nel Comparto Difesa e sicurezza, con l’urgenza di avviare il tavolo per il rinnovo contrattuale e completare un vasto programma di quasi 17.000 assunzioni nel minor tempo possibile.

Quest’anno si prospetta come un momento di rinascita per queste categorie. Oggi i sindacati più rappresentativi delle Forze dell’ordine e dei militari saranno ricevuti a Palazzo Chigi dal premier Giorgia Meloni, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Tra i temi da affrontare, il governo ha già stanziato un miliardo e mezzo di euro per gli scatti di stipendio di poliziotti, militari e vigili del fuoco.

Gli aumenti stipendiali Forze Armate e Polizia

Secondo le stime del ministero per la Funzione pubblica, ciò si tradurrà in aumenti medi lordi mensili che variano dai 172 euro per l’esercito ai 194 euro per la Guardia di Finanza, con piena attuazione a partire dal primo gennaio 2025.

Tuttavia, il vero tavolo di trattativa non è ancora stato avviato e manca un passaggio cruciale: per la prima volta, il personale delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia ad ordinamento militare, come la Guardia di Finanza e i Carabinieri, potranno essere rappresentati da associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.

In sostanza, si sta creando una specie di sindacato per le Forze Armate. Tuttavia, prima di sedersi al tavolo delle trattative con il governo, è necessario valutare la “rappresentatività” dei sindacati militari, proprio come per le organizzazioni sindacali degli altri settori lavorativi.

Sindacati militari e rappresentatività

La scadenza per stabilire quali sindacati hanno il diritto di partecipare alle negoziazioni era il 31 gennaio scorso, ma il completamento dell’invio dei dati è ancora in corso. Si prevede che la Guardia di Finanza e il Ministero della Difesa termineranno le procedure entro la metà del prossimo mese, mentre i Carabinieri sarebbero in uno stadio più avanzato.

Tuttavia, per accelerare i tempi, è stato convocato un tavolo di confronto già per il 14 marzo. Il governo ha stanziato un miliardo e mezzo di euro, che consentirà aumenti medi del 5,78% – corrispondenti a circa 190 euro lordi al mese in media.

Come riporta ilmessaggero.it, per la Polizia, l’aumento medio sarà di circa 188 euro, per il personale penitenziario di 179 euro, per i Carabinieri di 189 euro, per la Guardia di Finanza di 194 euro. Per i militari dell’Esercito, l’aumento sarà di 172 euro, mentre sarà di 192 euro per l’Aeronautica e di 189 euro per la Marina Militare. Anche i Vigili del Fuoco riceveranno un aumento medio di 173 euro.

fonte: www.ilmessaggero.it

Tuttavia, questi aumenti non saranno sufficienti a compensare il calo del potere d’acquisto registrato nel triennio 2022-2024, con un tasso di inflazione stimato al 17,3%, contro un aumento medio del 5,78%.

Oltre agli aumenti salariali, sono previste anche nuove assunzioni. Lo scorso anno sono state autorizzate 16.845 nuove assunzioni, di cui 13.500 per sostituire il personale andato in pensione. Le restanti 3.300 assunzioni sono state autorizzate grazie a risorse straordinarie stanziate con una serie di provvedimenti.

Tavolo per il rinnovo del contratto delle Forze di sicurezza e della Difesa

Il tavolo per il rinnovo del contratto delle Forze di sicurezza e della Difesa dovrebbe essere uno dei primi ad avviarsi in questa nuova tornata contrattuale del pubblico impiego. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha già emanato la cosiddetta “direttiva madre”, l’indicazione negoziale inviata all’Aran e che riguarda tutti i rinnovi contrattuali. Ora si attendono le direttive per i singoli comparti.

Le prime due ad essere pubblicate dovrebbero essere quelle per il comparto sanitario e per gli enti locali, poiché questi ultimi non hanno potuto beneficiare dell’anticipo degli aumenti salariali erogato dal governo alla fine dello scorso anno.

Successivamente toccherà ai restanti due comparti, quello delle funzioni centrali (ministeri e agenzie fiscali) e quello dell’istruzione, quest’ultimo il più numeroso con la presenza di 800 mila insegnanti.

L’intenzione è di procedere rapidamente in modo che gli aumenti possano essere applicati per tutti entro l’inizio del prossimo anno.


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