Carabiniere fa causa all’Arma per mobbing in caserma: riconosciuta l’invalidità a vita ma non il risarcimento

Carabiniere Avvocato militare

Uno stress, derivante dalle tensioni sul luogo di lavoro e dal comportamento dei superiori, era diventato patologico.

Carabiniere fa causa all’Arma: riconoscimento della Corte dei Conti

La Corte dei Conti aveva riconosciuto a un ex militare dell’Arma in servizio nel Friuli Occidentale la dipendenza da causa di servizio dell’infermità diagnosticata. Il Tar, intervenendo sulla questione, aveva annullato tre provvedimenti di destituzione dal servizio.

L’uomo, tramite gli avvocati Giovanna Passiatore e Patrizia Pino, ha presentato un nuovo ricorso ai giudici amministrativi del Friuli Venezia Giulia per ottenere un risarcimento dai ministeri della Difesa e del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri per i danni patrimoniali e non, in particolare quelli biologici, morali, psichici, esistenziali, alla vita di relazione e alla dignità personale, nella misura di mezzo milione di euro.

Tuttavia, il Tar ha respinto tale richiesta, sostenendo di aver già valutato i singoli casi della complessa vicenda in precedenza. Gli avvocati hanno fatto notare che il loro assistito ha subito una forma di mobbing, che ha portato alla perdita del lavoro, e stanno valutando la possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato.

Nel 2020, il carabiniere ha ottenuto il riconoscimento di un’invalidità a vita dovuta alle patologie sviluppate per motivi di servizio, attribuendo le cause principalmente al comportamento illegittimo della parte datoriale nell’ambito del rapporto di servizio. Ed è proprio in relazione a questa situazione che è stata avanzata la richiesta di risarcimento dei danni.

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