Accessi abusivi a sistemi informatici in uso alle forze di polizia: poliziotto condannato al pagamento di 1500 euro

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Un agente di polizia è stato condannato a un anno di reclusione dalla giustizia penale per accesso abusivo ai sistemi informatici in uso alle forze di polizia. La Corte dei conti, tuttavia, ha valutato che tale comportamento non ha provocato un danno di immagine, ma solo un danno erariale dovuto alle ore lavorate non per ragioni di servizio.

Il poliziotto, difeso dall’avvocato Marco Brusco, è stato citato dalla Procura regionale contabile per un presunto danno da “retribuzioni indebitamente percepite, da disservizio e da lesione del diritto”. Nella sua qualità di “ispettore superiore presso il Ministero”, avrebbe effettuato numerosi accessi impropri al Sistema di indagine informatico e alle banche dati istituzionali, con l’obiettivo di ottenere informazioni estranee a finalità istituzionali e condividerle con un investigatore privato, a causa del rapporto di amicizia e collaborazione esistente.

Il procedimento penale del poliziotto

Nel procedimento penale, il poliziotto ha patteggiato un anno di reclusione con la sospensione condizionale, mentre nel procedimento disciplinare è stato condannato a due mesi di sospensione dal servizio.

In sede contabile, il poliziotto ha eccepito, tramite il suo difensore Marco Brusco, che la condotta a lui addebitata non è stata specificata in modo concreto. Ha sostenuto che, anche in caso di accertamento di fatti rilevanti sul piano penale, è necessario dimostrare il danno erariale, con l’onere a carico della Procura.

La sentenza di patteggiamento, nonostante la condanna, non è considerata un accertamento dei fatti, e le informazioni rese durante il procedimento penale mediante patteggiamento sono soggette a libera valutazione da parte del collegio. Inoltre, non è stato dimostrato in sede penale che il poliziotto abbia tratto un indebito profitto patrimoniale dalla diffusione delle informazioni.

accusa iniziale di 4.639 accessi

Nonostante l’accusa iniziale di 4.639 accessi, gli accertamenti hanno ridotto il numero a diciotto, tutti relativi a informazioni di scarsa rilevanza. I giudici contabili hanno respinto le richieste della Procura per il danno erariale, condannando il poliziotto al pagamento di 1.500 euro per il danno erariale liquidabile, derivato dall’indebita percezione di retribuzioni per le ore di lavoro utilizzate per gli accessi considerati illeciti.

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One thought on “Accessi abusivi a sistemi informatici in uso alle forze di polizia: poliziotto condannato al pagamento di 1500 euro

  1. Dispiaciuta..per la polizziotta…29 anni giovane…molto dispiaciuta.
    Comunque….si va sempre ad osservare ciò che fanno diciamo di illecito i polizziotti ovvero la polizia di Stato…e ..li siamo tutti d’accordo.
    Ma che svolgono ogni giorno , giorno dopo giorno ….per inseguimenti a criminali e persone pericolose…attività..in cui la loro vita…è..messa a dura prova..senza considerare..che come tutti…hanno i loro pensieri e..preoccupazioni famigliari..
    Molti muoiono per.. sul lavoro però di questo non si parla molto.
    E non si parla molto neanche del fatto che lavorare sempre con i nervi freddi…anche di notte mentre noi dormiamo comodamente a casa al caldo….che tornano sfiniti dalle manifestazioni…si parla di manganelli…e perché per mantenere nelle manifestazioni servono i caschi blu…io non sono mai stata ad una manifestazione i miei non volevano anche quando c’era qualcosa di buono per andare a manifestare…sapete perché…era pericoloso…e perché…perché molti manifestanti oltre a manifestare….creano momenti di panico…perché se no la polizia va con un casco uno scudo e manganello…secondo voi ad un ragazzo di polizia gli piace menare gl’altri…no…perché non è una bella esperienza…e allora perché sono vestiti così? Forse perché devono mantenere l’ordine pubblico…?? Non solo si devono difendere dai soliti che con la scusa di manifestare incominciano a picchiarsi e picchiare….io al mio paese che è l’italia il Casco lo usa se vado in moto…..!!!

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