Usa, video shock: poliziotto preme il ginocchio sul collo di una ragazzina di 12 anni

Ennesimo episodio di brutale violenza da parte della polizia negli Stati Uniti. Questa volta la vittima, per fortuna sopravvissuta, è un’afroamericana di soli 12 anni, coinvolta in una lite con un’altra studentessa nella mensa della sua scuola a Kenosha, in Wisconsin.Il fatto risale al 4 marzo scorso, ma i responsabili dell’istituto hanno diffuso soltanto ora il video ripreso dalle telecamere di sicurezza.

Nel filmato si vede Shawn Guetschow, un agente fuori servizio che lavorava come addetto alla sicurezza della scuola, intervenire e lottare con la ragazzina prima di cadere a terra e battere la testa contro un tavolo. A quel punto l’uomo butta giù la studentessa e le preme il ginocchio sulla nuca per circa 30 secondi. Poi la ammanetta e la porta fuori dalla mensa.

Jerrel Perez, il padre della ragazza, ha presentato denuncia contro Guetschow per aver utilizzato metodi vietati dalla legge del Wisconsin. E ha riferito che la figlia ha dovuto ricorrere alle cure di un neurologo.In un primo mento l’amministrazione scolastica ha messo Guetschow in congedo retribuito.

L’uomo si è successivamente dimesso dall’impiego part-time, lamentando di non essere stato sostenuto a sufficienza dalle autorità e facendo presente che l’accaduto stava sottoponendo la sua famiglia a un forte stress.L’ultima denuncia di questo genere risale a qualche giorno fa, quando è venuto fuori un video in cui si vede un uomo di 38 anni morire soffocato dai poliziotti che lo avevano fermato per un controllo.

Proprio come George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso dalla polizia a Minneapolis e diventato il simbolo delle proteste del movimento ‘Black Lives Matter’, ma due mesi prima.Kenosha è già stata teatro di episodi di violenza e fortissime tensioni a sfondo razziale. Il 23 agosto del 2020 Jacob Blake, un nero di 29 anni, era stato colpito sette volte dai proiettili sparati dal poliziotto bianco Rusten Sheskey. L’agente era stato chiamato per una disputa famigliare e aveva temuto di essere sotto attacco.

Blake non era morto, ma era rimasto paralizzato. Erano i giorni in cui dilagava la protesta per la morte di Floyd e a Kenosha la gente era scesa in strada. C’erano stati disordini e la città era finita sotto assedio. Kyle Rittenhouse, diciassettenne bianco che viveva ad Antioch (Illinois), a una trentina di chilometri di distanza, aveva deciso di riportare l’ordine e il 25 agosto era andato a Kenosha con un fucile semiautomatico. Con quel fucile aveva ucciso Joseph Rosenbaum, 36 anni, e Anthony Huber, 26, e aveva ferito il ventisettenne Gaige Grosskreutz.

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