Tetto al denaro contante, come funziona il limite di pagamento nel resto d’Europa?

[sc name=”facebook2″ ][/sc]

Fa discutere la proposta di legge della Lega per alzare il tetto all’utilizzo del contante a 10mila euro. Al momento la soglia è 2.000 euro, per effetto di una modifica inserita nel decreto Milleproroghe che aveva spostato l’entrata in vigore del tetto a 1.000 euro dall’1 gennaio 2022 al primo gennaio 2023. Una modifica che, alla luce dell’iniziativa del Carroccio, potrebbe non avvenire mai.

Dal 1991, emerge da un report della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, con l’introduzione della limitazione a 20 milioni di vecchie lire, diversi provvedimenti hanno modificato via via le soglie di riferimento, per poi diminuirle progressivamente nell’ultimo decennio, passando da 12.500 (dl 112/2008) a 5.000 nel 2010 (dl 78/2010), 1.000 nel 2011 (dl 201/2011), risalendo a 3.000 con la legge di Stabilità del 2016 per poi scendere nuovamente a 2.000 (dall’1 luglio 2020) e ai 1.000 previsti per l’1 gennaio 2022 e posticipati poi al 2023.

Ma come funziona negli altri Paesi europei? Secondo i dati dello European Consumer Centres Network, un organismo creato dalla Commissione europea e dagli Stati membri per fornire assistenza ai consumatori, a inizio 2021 su 30 Stati, considerando anche Regno Unito, Islanda e Norvegia, solo in 12 Paesi, compresa l’Italia, erano vigenti limiti all’uso del contante. Si tratta per lo più di Paesi dell’Europa del Sud, oltre al Belgio, e di alcuni Stati dell’Europa dell’Est.

In testa alla classifica degli Stati europei dove vige un limite più restrittivo per l’uso del contante ci sono la Grecia con un tetto di 500 euro, la Francia con una soglia a 1.000 euro per i residenti, che sale a 15.000 per i non residenti, e il Portogallo con 1.000 euro. In Spagna la soglia sale a 2.500 euro per i residenti e 15.000 per i non residenti, mentre in Belgio il tetto è di 3.000 euro per le transazioni commerciali.

In Bulgaria il limite è di 5.100 euro e per importi superiori è necessaria una transazione bancaria, mentre in Romania è prevista una soglia giornaliera di 2.100 euro. In Slovacchia il tetto è di 5.000 euro, in Repubblica Ceca sale a 14.000 euro e in Polonia e Croazia a 15.000 euro. Malta fissa il tetto a 10.000 euro, la Lettonia a 7.200, la Slovenia a 5.000 e la Lituania a 3.000.

Ci sono anche Stati che non prevedono limitazioni: in Germania chi paga più di 10mila euro in contanti deve esibire un documento d’identità. In Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro, nei Paesi Bassi non c’è limite ma esiste l’obbligo di segnalare le transazioni sospette di importo superiore ai 2.000 euro mentre in Svezia un commerciante può rifiutare qualsiasi pagamento in contanti. Nessun limite anche in Austria, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo e a Cipro.

Tornando all’Italia, il dibattito sulla questione è aperto. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Senato, ha confermato le intenzioni della sua maggioranza citando le parole di un ex ministro dell’Economia del Pd: “Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni”.

“Alzare il tetto di spesa in denaro contante dagli attuali 2mila a 10mila euro è una proposta di buonsenso della Lega, in linea col programma del centrodestra e con altri Paesi europei: Meno burocrazia, più libertà”, ha detto anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. E secondo il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari il governo lo farà, già nella prossima Manovra.

L’opposizione però non è d’accordo: “È una proposta che non condividiamo in alcun modo, è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei per ridurre progressivamente l’uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’economia sommersa”, ha detto Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.

Secondo il leader del M5S Giuseppe Conte alzare il tetto del contante significa “premiare chi va in giro a fare pagamenti con 10mila euro di banconote in una valigetta”, e non sono persone povere, perché quelle “di solito non vanno in giro con 10mila euro in contanti in tasca”. Il Terzo Polo di Carlo Calenda dice che elevare il limite “è una stupidaggine”.

La correlazione fra utilizzo del contante ed economia sommersa è stata più volte richiamata dalla Uif, l’Unità di informazione finanziaria presso la Banca d’Italia che si occupa di riciclaggio e finanziamento al terrorismo. La Uif monitora anche l’uso del contante (nel primo semestre 2022 cresciuto a 116 miliardi di euro) e riceve le segnalazioni da banche e poste se un singolo soggetto supera la soglia di 10mila euro mensili di prelievi e versamenti.

In uno studio di qualche mese fa, assieme alla Banca d’Italia, incrociando le banche dati pubbliche si dimostrava l’esistenza del “nesso di causalità fra movimentazione contante” e sommerso. In quella ricerca si sottolineava come l’economia sommersa fosse “cresciuta anche a seguito dell’innalzamento della soglia di uso del contante da 1.000 a 3.000 euro, in vigore dal 2016 con l’obiettivo di sostenere la domanda”. E lo studio concludeva affermando che “le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale”.

skytg24.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!