Spesa militare: aumento record nel 2023: USA e Cina in testa

Spesa militare

L’aumento della spesa militare mondiale, che ha raggiunto il massimo storico di 2.443 miliardi di dollari, rappresenta una tendenza preoccupante che solleva importanti interrogativi sulla situazione globale della sicurezza e sulle priorità di spesa dei singoli paesi. Il fatto che le spese per l’acquisto di armi e servizi militari siano aumentate in tutte e cinque le regioni geografiche definite dal SIPRI indica una diffusa accelerazione degli investimenti nel settore della difesa.

In particolare, gli aumenti significativi registrati in Europa, Asia, Oceania e Medio Oriente suggeriscono una crescente attenzione verso le questioni di sicurezza e la modernizzazione delle forze armate in queste regioni. Tuttavia, è importante considerare attentamente le motivazioni dietro questo aumento della spesa militare e valutare se rifletta una reale necessità di difesa o sia invece influenzato da dinamiche geopolitiche, rivalità regionali o altri fattori.

In un contesto di crescente instabilità internazionale e nuove sfide alla sicurezza, è fondamentale che gli investimenti nella difesa siano finalizzati a promuovere la pace, la stabilità e la sicurezza globale. Allo stesso tempo, è essenziale garantire una trasparenza e un controllo adeguati sulla spesa militare al fine di evitare sprechi, corruzione e un uso improprio delle risorse pubbliche.

La spesa militare nei principali paesi

La spesa militare russa è aumentata del 24% raggiungendo una stima di 109 miliardi di dollari nel 2023, segnando un aumento del 57% rispetto al 2014, anno in cui la Russia ha annesso la Crimea. Nel 2023 rappresentava il 16% della spesa pubblica totale e il suo onere militare ( in percentuale del prodotto interno lordo, PIL) era del 5,9%.

L’incremento della spesa militare da parte dei membri della NATO nel 2023, in particolare da parte degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei, riflette una crescente preoccupazione per le sfide alla sicurezza e la necessità di rafforzare le capacità difensive.

Gli Stati Uniti continuano a rappresentare una parte significativa della spesa militare globale, con il 68% totale della NATO nel 2023. Questo evidenzia il ruolo dominante degli Stati Uniti all’interno dell’alleanza e la loro influenza sulle politiche di difesa dei paesi membri.

Spese militari da parte dei paesi europei della NATO

È interessante notare anche l’aumento delle spese militari da parte dei paesi europei della NATO, che hanno contribuito in modo significativo all’aumento complessivo della spesa militare dell’alleanza. Questo potrebbe riflettere una maggiore consapevolezza delle sfide alla sicurezza nel continente europeo e un impegno per rafforzare le capacità difensive regionali.

Riguardo alla Cina, il suo continuo aumento evidenzia il suo crescente ruolo nel contesto globale della sicurezza e la sua volontà di sviluppare e modernizzare le sue forze armate. Questo può avere implicazioni significative per l’equilibrio di potere regionale e internazionale, e potrebbe influenzare le dinamiche di sicurezza in Asia e oltre.

Il Giappone ha stanziato 50,2 miliardi di dollari per le sue forze armate nel 2023, l’11% in più rispetto al 2022.  Anche la spesa militare di Taiwan è cresciuta dell’11% nel 2023, raggiungendo 16,6 miliardi di dollari. 

La spesa militare stimata in Medio Oriente è aumentata del 9,0% raggiungendo i 200 miliardi di dollari nel 2023. Si tratta del tasso di crescita annuale più alto registrato nella regione negli ultimi dieci anni.

In Israele, la seconda più grande nella regione dopo l’Arabia Saudita, è cresciuta del 24% per raggiungere i 27,5 miliardi di dollari nel 2023. L’aumento è stato principalmente guidato dall’offensiva su larga scala di Israele a Gaza in risposta all’attacco di Hamas nell’ottobre 2023.

La spesa militare italiana

La spesa militare italiana è diminuita del 5,9% raggiungendo 35,5 miliardi di dollari nel 2023, posizionando l’Italia al dodicesimo posto a livello globale; rispetto al 2014 c’è invece stato un amento del 31%. Si è assestata lo scorso anno all’1,6% del PIL, contro l’1,3% del 2014, e ha rappresentato l’1,5% della spesa globale.

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