Roma, tifoso scavalca la cancellata l’Altare della Patria: militare lo blocca con il mitra

militare altare della patria
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Per festeggiare la vittoria degli Azzurri agli Europei 2020 decide di scavalcare la cancellata dell’Altare della Patria e di salire sulla scalinata che porta al luogo simbolo del Milite Ignoto, nel cuore di Roma. È passata da poco la mezzanotte quando un tifoso con addosso la maglietta dell’Italia irrompe in piazza Venezia e non ci pensa su due volte: crede di omaggiare il suo Paese così, con un gesto improvviso quanto improvvido. Ma viene subito fermato da uno dei militari in servizio, a turno, 24 ore al giorno per la guardia  d’onore che siamo abituati a vedere immobili accanto alla tomba del “soldato ignoto”, alla corona d’alloro in bronzo e ai due bracieri in cui arde la fiamma perenne. È un cadetto della Marina Militare a intervenire: lascia la sua postazione per pochi minuti per bloccare con il mitra spianato il tifoso sconsiderato e lo rimanda immediatamente indietro. 

Nel filmato diffuso su Instagram da Welcome to Favelas si vede l’uomo terrorizzato che scende le scale e torna sui suoi passi, allontanandosi con le mani alzate in segno di resa.

Appare quasi incredulo come se non si renda minimamente conto della gravità dell’azione appena compiuta. Dimenticando anche che l’Altare della Patria è considerato zona militare e chi fa parte del picchetto d’onore è armato e munito di munizioni. Il giovane viene portato in commissariato per la denuncia e l’identificazione. E dopo la tensione l’allarme rientra, i festeggiamenti riprendono nelle strade romane con caroselli di auto ma anche lanci di bottiglie e atti di vandalismo urbano da tifo fuori controllo un po’ in tutta la città.

I commenti social

Non mancano i commenti social sulla bravata di piazza Venezia. Quasi tutti sono a favore della reazione del militare. C’è chi commenta: «Capisco l’euforia ma l’altare è un luogo sacro, non si tocca» . E chi ricorda: «Lì riposano centinaia di migliaia di ragazzi, evitate di fare i c***». E ancora: «È come andare a festeggiare dentro una chiesa o un ospedale».

Ma c’è anche chi controbatte: «Col fucile puntato manco fosse un terrorista…». Qui le risposte non tardano ad arrivare: «Ci vuole rispetto» scrivono in tanti. 

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