«Pena sospesa al tunisino che ha ferito un militare dell’Arma. Quanto vale la vita di un carabiniere?»

Clandestino in libertà malgrado il ferimento e i trenta giorni di prognosi procurati a un carabiniere.

Carabiniere ferito

Succede a Piacenza dove, nella giornata di mercoledì 10 gennaio, in via Cristoforo Colombo due pattuglie del Nucleo Radiomobile sono intervenute a seguito dei disordini creati all’interno di alcuni esercizi commerciali da un immigrato tunisino completamente ubriaco.

Già noto alle Forze dell’Ordine per fatti analoghi avvenuti a Modena, si è mostrato da subito poco collaborativo e, in evidente stato di ebbrezza, è stato ammanettato e caricato a bordo della gazzella».

Lo fa sapere il Nuovo Sindacato Carabinieri.

«Le operazioni di fermo non sono state facili perché l’uomo ha continuato ad agitarsi senza sosta, prendendo a calci i vetri dell’autoradio. Condotto in caserma in via Beverora, ha ferito alla mano un brigadiere costretto a ricorrere alle cure ospedaliere per via della frattura causatagli, dichiarata guaribile in trenta giorni.

Carabiniere ferito: 6 mesi con pena sospesa

Per il clandestino nordafricano, comparso in Tribunale per il giudizio direttissimo, una condanna di soli sei mesi di pena sospesa».

«Quanto vale la vita di un carabiniere? – chiede Francesco Napoli, capo dipartimento dell’Ufficio Pronto Intervento del Nuovo Sindacato Carabinieri – Non è possibile che i reati di danneggiamento, percosse e infine lesioni a un Carabiniere possano valere solo sei mesi con pena sospesa».

La solidarietà del Nuovo Sindacato Carabinieri

«Esprimiamo solidarietà e vicinanza al nostro collega e amico – aggiunge Francesco Napoli – dicendo basta ed esigendo maggiore considerazione per il sacrificio e l’operato dei militari».

«Secondo il Nuovo Sindacato Carabinieri – conclude – l’eccessiva tolleranza in atto nei confronti di coloro che delinquono, legittima i soggetti violenti ad aggredire gli uomini al servizio dello Stato, mettendo gravemente a repentaglio l’incolumità dei cittadini che si sentono sempre più indifesi».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!