Muore di infarto a 47 anni agente della Polizia penitenziaria: «Era l’anima di Gorgona»

POlizia penitenziaria Gorgona

Per oltre dieci anni ha gestito il punto di ristoro e la foresteria di Gorgona. Per i colleghi della polizia penitenziaria, lui, era un punto riferimento; dato che in collaborazione col ragioniere del carcere seguiva la contabilità e lo “spaccio”.

«L’anima dell’isola», così lo ricorda il direttore del penitenziario, Carlo Mazzerbo.

È morto la scorsa notte a 47 anni per un infarto improvviso Nicola Perillo, assistente capo degli agenti dell’ex colonia penale agricola che da circa un anno e mezzo, a causa di alcuni problemi di salute, per le cure era tornato ad abitare in provincia di Napoli, di dov’era originario e dove purtroppo è deceduto.

Aveva scelto Gorgona dopo un periodo lavorativo a Milano, nel carcere di San Vittore. Trovandosi benissimo.

«Una persona discreta, silenziosa, che al contempo amava stare in compagnia – così lo ricorda il collega Pierangelo Campolattano – ed era un grande organizzatore di cene e feste. Io, quando sono arrivato qui, ce l’ho trovato e l’ho conosciuto molto bene. Estremamente dedito al suo lavoro, non conosceva orari e si tratteneva in servizio a lungo, senza badare alla fine del turno. Ci mancherà moltissimo e la sua scomparsa ci ha veramente sconvolto».

Grandissimo tifoso del Napoli, la sua squadra di calcio del cuore, ad alcuni colleghi aveva promesso che dopo le cure sarebbe tornato a Gorgona. Anche solo per salutarli, in attesa di rientrare al più presto in servizio per occuparsi nel migliore dei modi dello “spaccio” e del dormitorio.

Curava, in particolar modo, l’assegnazione delle stanze agli ospiti che sbarcavano sull’isola dalle motovedette per trascorrere qualche notte nella foresteria dell’ex colonia penale agricola, ora distaccamento delle Sughere, un lavoro molto importante. «Direi quasi oscuro – commenta il direttore Carlo Mazzerbo – ma fondamentale per il buon andamento del penitenziario.

Si impegnava tantissimo e quando poteva metteva una buona parola per tutti. All’isola ha sempre donato pace e serenità e veniva molto apprezzato dai detenuti, con cui aveva un costante rapporto tenendo anche la loro contabilità in collaborazione con la ragioneria. Ci aveva promesso che sarebbe presto tornato, ma purtroppo non ce l’ha fatta».

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