Lascia la figlia di 18 mesi da sola per sei giorni in casa e la trova morta “per stenti”: 37enne fermata per omicidio pluriaggravato

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Ha lasciato per sei giorni la sua bambina di 18 mesi da sola a casa a Milano e quando è tornata, ieri mattina, l’ha trovata morta. La donna, Alessia Pifferi, 37 anni, è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e premeditazione. La piccola era in un lettino da campeggio e a fianco c’era il biberon ma anche una boccetta di En, un ansiolitico, piena a metà.

Il corpo della piccola è stato scoperto all’alba di mercoledì mattina in un appartamento in via Parea, periferia est di Milano nel quartiere di Mecenate.

La madre era andata via di casa lasciando da sola la figlia nel lettino per raggiungere il compagno in provincia di Bergamo giovedì scorso. Stando alle prime indagini della Squadra mobile e del pm di turno Francesco De Tommasi la donna, nei sei giorni in cui ha lasciato la figlia, nata da un precedente relazione, sarebbe anche passata da Milano per accompagnare il compagno che doveva svolgere delle commissioni di lavoro.

E in questa breve tappa non sarebbe passata a verificare le condizioni della piccola. “Sapevo che poteva andare così”. E’ quanto avrebbe detto, in sostanza, la donna, che aveva lasciato l’appartamento giovedì ed è tornata ieri mattina. E’ stata fermata ieri e interrogata nella notte dal pm di turno Francesco De Tommasi. E’ apparsa lucida, a quanto si è saputo, anche se di fronte ad alcune domande è rimasta in silenzio.

Nel comunicato della polizia di Stato si legge che “a seguito del rinvenimento nella giornata di ieri del cadavere di una bambina di 18 mesi all’interno di un’abitazione privata in zona Mecenate, a Milano, nel corso della notte appena trascorsa, essendo emersi elementi di presunta responsabilità a carico della madre, italiana incensurata classe 1985, ha eseguito nei suoi confronti la misura del fermo di indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero di turno per il reato di omicidio pluriaggravato.

Gli agenti della Squadra Mobile, all’atto del sopralluogo compiuto con gli specialisti del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica hanno rilevato delle incongruenze che hanno consentito al Pubblico Ministero di procedere ad interrogatorio raccogliendo dichiarazioni circa un ripetuto stato di abbandono della bambina determinato dalle condotte della madre”.

Bambina di 18 mesi trovata morta in casa a Milano: “La madre deve restare in carcere”La pm di Milano Francesco De Tommasi inoltrerà nelle prossime ore all’ufficio gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. La donna sarà poi interrogata dal giudice.

La madre ha raccontato agli inquirenti di aver lasciato la figlia nel lettino giovedì scorso, di averle prima “cambiato il pannolino”, di averla “pulita”, di averle lasciato accanto un biberon con del latte. E, a quanto si è saputo, però, nell’interrogatorio ha anche detto che era consapevole delle gravi conseguenze che potevano derivare dal suo comportamento, quando è uscita di casa ed è tornata dopo 6 giorni.

I vicini della donna la descrivono come una persona schiva, che non dava confidenza. Al cancello verde della palazzina dove la piccola è deceduta ieri una vicina ha legato con dei nastri bianchi palloncini dello stesso colore con su scritti alcuni messaggi d’addio ‘Ciao Diana’, ‘Piccolo angelo’. In via Parea, pochi hanno voglia di parlare. Di certo non la madre di Alessia tornata a Milano dalla Calabria.

Capelli raccolti, abbigliamento sportivo è arrivata in via Parea con due borse della spesa e ai giornalisti ha gridato “Allontanatevi o vi denuncio” prima di rincasare nell’appartamento al primo piano dove sul filo da stendere ad asciugare, sotto le finestre dell’appartamento si vedono ancora i vestitini rosa, qualche asciugamano e un bavaglino.

Nella stessa palazzina, spiegano i vicini, abita l’ex marito di Alessia, da cui era separata da tre anni, che si adopera con qualche ‘lavoretto’ nel vicinato.

“Non era una mamma buona, non giocava mai con lei, non la portava a passeggio. La teneva sempre nel passeggino”: commenta una vicina di casa.

“Era una persona un pò schiva non dava molta confidenza” racconta un uomo che abita a poca distanza nella stessa via. Anche i social raccontano poco di Alessia. Nessun post su Instagram, aggiornamento delle immagini su Facebook al 2019 con qualche commento sulle relazioni difficili e sul bisogno di amore.

repubblica.it

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