Gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen contro le navi mercantili nel mar Rosso non rappresentano solo un rischio per i commerci marittimi della zona, ma «minacciano la nostra stabilità economica», mette in guardia il ministro della Difesa Guido Crosetto, in audizione alla Camera, di fronte alle commissioni parlamentari di Esteri e Difesa.
La nuova missione europea Aspides, nel mar Rosso, sarà guidata da Grecia e Francia e fisserà probabilmente a Larissa, nel Peloponneso, il suo quartier generale.
L’Italia parteciperà ad Aspides «con almeno una nave italiana per 12 mesi, e valutiamo anche l’invio di assetti aerei con compiti di sorveglianza e raccolta dati», annuncia Crosetto.
Per questo, spiega il ministro, il nuovo impegno militare nel mar Rosso «dovrà trovare ristoro attraverso un finanziamento aggiuntivo rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio per il 2024». Insomma, servono più risorse.
E non solo per contrastare gli Houthi. Crosetto chiede ulteriori risorse anche per finanziare nuovi aiuti militari all’Ucraina, visto che l’Italia sta fornendo «un intervento pari a quello di Paesi che hanno un terzo o un quinto del nostro Pil e della nostra popolazione».
Al Consiglio informale Difesa «con i colleghi Ue ieri a Bruxelles», racconta il ministro, «hanno chiesto quale sarebbe stato l’impegno per l’Ucraina nei prossimi anni, ma nel bilancio di quest’anno non sono in grado di definire quale sarà l’aiuto. Quando la Germania ha annunciato allo stesso tavolo che quest’anno fornirà 7 miliardi di aiuti, ho preferito tacere».
Fortunatamente, l’Italia non è da sola. Anche in Mar Rosso le azioni militari di Stati Uniti e Regno Unito contro le postazioni militari dei ribelli «hanno portato a una riduzione delle attività cinetiche degli Houthi di circa il 50%», un calo che il ministro della Difesa definisce «significativo».
E nonostante questo, avverte, «è impossibile pensare di riuscire a fermarli completamente». Negli ultimi due mesi sono stati condotti «più di 30 attacchi» da parte delle milizie Houthi contro le navi commerciali in transito nel Mar Rosso.
C’è stato «un incremento esponenziale della frequenza e della pericolosità degli attacchi degli Houthi», divenuti «veri e propri attacchi di natura militare» che hanno determinato «un evidente salto di qualità» della loro azione e che «denotano l’esistenza di un concreto supporto militare proveniente da attori esterni, in termini di armamenti, pianificazione e identificazione di bersagli».
Questo salto di qualità, sostiene Crosetto, non è una coincidenza. E si lega a un altro elemento evidente: se le milizie Houthi avevano inizialmente dichiarato di voler colpire esclusivamente il traffico legato a Israele e ai suoi interessi, «successivamente hanno esteso gli attacchi a tutte le navi occidentali, non attaccando invece quelle russe o cinesi». E anche questa, sottolinea, «è un’eccezione che non è casuale».
Il governo ha quindi il forte sospetto che dietro l’inasprirsi delle operazioni delle milizie Houthi ci sia la regia del blocco Cina – Russia – Iran.
La destabilizzazione, ricorda, «è uno degli strumenti più efficaci con cui Mosca e Pechino perseguono l’obiettivo di prevalere slealmente nella competizione internazionale e di guadagnare nuove sfere di influenza, rendendo insostenibile il confronto con l’Occidente». E il primo effetto sarà quello di una nuova impennata dei costi delle materie prime.
Il Mar Rosso, d’altronde, rappresenta una via cruciale marittima per il collegamento tra Europa e Asia, dove transita circa un sesto del commercio mondiale, di cui il 40 per cento del commercio marittimo nazionale, oltre a una buona porzione delle esportazioni di idrocarburi. Fonte: lastampa.it