Difesa in cerca di personale: in cantiere la proposta di arruolare migranti regolari nelle Forze Armate italiane in cambio della cittadinanza

difesa forze Armate

Negli uffici degli Stati Maggiori della Difesa, si starebbe lavorando ad un progetto che potrebbe consentire l’arruolamento nelle Forze Armate di un certo numero di giovani cittadini stranieri residenti in Italia da alcuni anni e con una conoscenza fluente della lingua italiana. E’ quanto si apprende in queste ore da alcuni quotidiani.

Gli stessi potrebbero essere interessati a ottenere la cittadinanza italiana come un premio alla fine di un periodo di servizio, il quale sarebbe principalmente a tempo determinato. Questa iniziativa potrebbe essere vista come un mezzo di integrazione.

Al momento, si tratta solamente di un’ipotesi e non c’è ancora nulla di definitivo né un consenso definitivo da parte del Ministro della Difesa, Guido Crosetto. Tuttavia, Crosetto è interessato a mantenere le Forze Armate giovani e pronte per rispondere in maniera tempestiva a uno scenario internazionale sempre più turbolento.

L’idea rientra nella stessa logica della riserva addestrata proposta dal Ministro, il quale solleva costantemente la questione dell’inadeguatezza degli apparati e dei mezzi della Difesa e punta ad interventi normativi per arruolare specifiche professionalità, come esperti informatici e hacker, che sono indispensabili nella guerra moderna.

Non si tratta solamente di aumentare il numero di personale: con l’approvazione della legge 119/2022, avvenuta dopo l’attacco russo all’Ucraina, è stato bloccato il processo di riduzione degli organici previsto dalla legge Di Paola (244/2012).

Difesa: gli organici delle Forze Armate

Attualmente, gli organici delle Forze Armate, che contano 160.000 effettivi tra Esercito, Aeronautica e Marina, sono garantiti. Tuttavia, c’è la necessità di reclutare militari più giovani anziché avere un servizio permanente che si estende oltre i 40 anni. È stato fatto notare, in modo piuttosto crudo, che ci sono circa 20.000 sottufficiali, spesso di età avanzata, solo nell’Esercito, e non si sa come impiegarli.

Naturalmente, la menzione della Legione Straniera suscita dibattito, anche se al momento non vi è nulla che indichi che avremo reparti formati esclusivamente o prevalentemente da cittadini con un’altra nazionalità. In effetti, la Legione Straniera esiste in Francia ed è la più famosa al mondo, ma è presente anche in altri paesi come la Spagna.

Il punto fondamentale è che il reclutamento nelle forze armate diventa sempre più difficile, poiché sempre meno giovani sono disposti a rischiare la vita per il proprio paese.

La situazione Difesa negli Stati membri UE

In Germania, ad esempio, dove il dibattito sul riarmo è in corso con alti e bassi sin dall’inizio della guerra in Ucraina, nel 2023 è mancato il 7% degli arruolamenti. Il Ministro della Difesa socialdemocratico, Boris Pistorius, qualche mese fa ha discusso la possibilità di ricorrere a personale straniero, escludendo però il ripristino della leva obbligatoria.

La posizione di Crosetto riflette quella adottata anche nei Paesi scandinavi, dove la coscrizione obbligatoria non è mai stata abolita o è stata ripristinata (come in Svezia) o estesa alle donne (come in Danimarca), anche in risposta alla reale o presunta minaccia russa.

Anche in Italia, si riscontrano problemi di reclutamento. Secondo l’ultimo rapporto dell’Esercito del 2023, c’è stato un “rinnovato interesse verso la carriera militare, con quasi 69.000 domande presentate per circa 10.000 posti disponibili”; tuttavia, gli arruolamenti rimangono al di sotto dei posti vacanti. Ad esempio, nel primo blocco dell’anno scorso, sono stati arruolati 2.138 volontari su 2.200 previsti (su un totale di 6.500 arruolamenti annuali), mentre in altri casi la situazione è stata ancora più critica.

Molti giovani non si presentano, altri vengono scartati ai test, mentre altri preferiscono le forze di polizia, che offrono stipendi iniziali leggermente più alti rispetto ai 1.100 euro di un volontario in ferma iniziale (VFI), una vita meno impegnativa, minori rischi e maggiori garanzie di stabilità.

Dal 2023 è stato introdotto un nuovo sistema di reclutamento, ma solo una parte dei volontari in ferma annuale o triennale viene assunta a tempo indeterminato, mentre altri vengono destinati alle forze di polizia o ricevono assistenza per il reinserimento.

Il calo demografico

Il calo demografico è un altro fattore significativo: il basso tasso di natalità e la ridotta popolazione giovanile limitano le risorse disponibili per il servizio militare. In effetti, già prima dell’abolizione della leva nel 2005, si discuteva della possibilità di arruolare stranieri. Nel 2001, ad esempio, l’ex sindaco di Lecce Salvatore Meleleo presentò una proposta in tal senso, poco dopo gli attacchi dell’11 settembre.

La legione Straniera

“La Legione Straniera non dovrebbe suscitare scandalo; è un problema che prima o poi si porrà”, dichiarava nel 2006 Antonio Martino, Ministro della Difesa dell’ultimo governo Berlusconi, scomparso nel 2022. Forse, adesso, ci siamo effettivamente trovati di fronte a questa situazione. È da notare che, anche se attualmente è la destra al governo, potrebbe essere una coincidenza.

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