Cospito, anarchici davanti al carcere di Milano Opera. Sassi e petardi contro la Polizia penitenziaria

carcere di Milano Opera. Sassi e petardi contro la Polizia penitenziaria
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Dopo il corteo (non autorizzato) di venerdì, la galassia anarchica si è data appuntamento davanti al carcere di Opera in cui è detenuto Alfredo Cospito, l’anarchico sottoposto al 41 bis: circa 300 i militanti accorsi da diverse zone del Nord Italia (Lecco, Como, Torino, Genova, Trento, Bologna) e alcuni anche dalla Svizzera

Presente un robusto contingente di polizia e carabinieri. Gli anarchici hanno esposto uno striscione contro il 41bis e in solidarietà al compagno Alfredo Cospito, da lunedì rinchiuso nel Sai, il centro medico del carcere alle porte di Milano. Il presidio si sta svolgendo a circa centocinquanta metri dall’ingresso del penitenziario. Alcuni manifestanti hanno inveito contro fotografi, operatori televisivi e giornalisti, cercando di allontanarli dal luogo del presidio: «Adesso vi arrivano i sassi – hanno urlato i dimostranti -. Fate schifo, lavorate sulla pelle della gente. Sciacalli del c… Giornalisti servi di questure e ministeri».

Una parte dei manifestanti si è addentrata nei campi intorno al carcere con l’obiettivo di raggiungere l’angolo Nord-Ovest della struttura. Il gruppo si è  avvicinato alla prima recinzione esterna del carcere e ha lanciato pietre e petardi contro gli agenti di custodia che si trovavano all’interno.

Al presidio per Alfredo Cospito ad Opera ha voluto essere presente anche Simone Ficicchia, l’esponente di «Ultima generazione» per cui è stata chiesta la sorveglianza semplice dopo che ha partecipato a una serie di azioni come il lancio di vernice sulla Scala di Milano lo scorso 7 dicembre.

«Sono qui come individuo perché c’è una persona che sta facendo uno sciopero della fame, una azione assolutamente non violenta, contro un regime assolutamente inumano come quello del 41 bis e dell’ergastolo ostativo – ha spiegato mentre ai giornalisti che gli stavano parlando sono arrivati insulti dagli altri manifestanti -. Per quanto non abbracciamo gli stessi metodi di lotta, per me, come persona che ha vissuto forme di repressione, sicuramente molto più leggere, ma allo stesso tempo sproporzionate per quello che sono le azioni non violente di «Ultima generazione» per me è importante portare la mia solidarietà». «Abbiamo idee diverse su come si portino avanti le lotte – ha spiegato -, ma c’è una totale unità rispetto a quello che sta succedendo ad Alfredo e a ogni lotta che sta accadendo in questo Paese».

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