Commemorato ad Afragola il carabiniere Gerardo d’Arminio, ucciso dalla camorra alla vigilia dell’Epifania, mentre comprava giocattoli

carabiniere Gerardo d'Arminio
[sc name=”facebook2″ ][/sc]

Si è svolta, ad Afragola, in provincia di Napoli, la cerimonia di commemorazione del 47esimo anniversario della morte del Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri medaglia d’argento al valor militare Gerardo d’Arminio, ucciso dalla camorra la vigilia dell’Epifania del 1976 mentre acquistava un giocattolo al figlio di 4 anni. Presenti autorità militari e civili, una rappresentanza del Comune di Montercorvino Rovella, paese d’origine del militare, e del presidio “Libera” di Casoria – Afragola.
Nel corso della celebrazione è stata deposta una corona di fiori in piazza Gianturco, dove venne collocato il busto bronzeo del maresciallo. La Santa Messa è stata celebrata nella Basilica Pontificia di “Sant’Antonio da Padova”.
Gerardo D’Arminio era un carabiniere dotato di intuito e acume investigativo: aveva già inferto duri colpi alla criminalità organizzata – prima a “cosa nostra” poi alla camorra – indagando sul traffico di stupefacenti lungo l’asse tra Campania e Sicilia.

Quella sera del 5 gennaio 1976 il maresciallo dei carabinieri Gerardo D’Arminio sta tornando a casa, stringe nella mano quella del figlio Carmine, di quattro anni. Vigilia dell’Epifania, è appena uscito da un negozio di giocattoli di Afragola, ha comprato al bimbo una bicicletta. È una delle sue passioni, dopo la famiglia e l’investigazione, che l’aveva portato, ad appena 38 anni, a inanellare una serie di successi con la divisa dell’Arma.

Quella sera, però, le cose vanno diversamente. In modo inaspettato. Sono circa le 21:30, il maresciallo si è fermato a parlare con Luigi Giugliano, fratello di un boss ucciso tre anni prima, quando in piazza Gianturco, nel centro della cittadina del Napoletano, arriva una Fiat 500 gialla. Subito dopo, una scarica di pallettoni. Sette, otto colpi di lupara, che centrano il carabiniere tra collo e spalla. È il panico. D’Arminio viene caricato in un’automobile da alcuni passanti e portato al Loreto Mare, dove arriva già morto. I familiari apprendono di quell’agguato dalla televisione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!