Caos all’ufficio immigrazione di Milano, spunta anche un coltello: polizia costretta a intervenire in assetto antisommossa

polizia nell'inferno di via Cagni a Milano
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Non tutti lo sanno ma anche Milano è come se avesse una sua frontiera. Si tratta dell’ufficio immigrazione di via Cagni, periferia nord di Milano, dove la polizia è costretta a fare gli straordinari e a gestire l’ordine pubblico quotidianamente. Quest’oggi si è assistito a qualcosa di inaudito: oltre 1.000 persone già da prima dell’alba si sono messe in fila, con tanto di falò, davanti agli uffici, creando comprensibile intralcio alla cittadinanza e non solo. Ma questa situazione sta gravando in maniera pesantissima sulla polizia di Stato, i cui uomini sono chiamati a gestire situazioni esplosive in quella che è una vera e propria polveriera.

“Qui arrivano migranti invitati da tutte le questure d’Italia, perché tutti a Milano? Ancora ce lo chiediamo ogni giorno e una delle risposte è sicuramente l’efficienza dell’ufficio immigrazione. Ma viene anche da chiedersi il perché di creare un ufficio immigrazione in una caserma, obiettivo sensibile”, dichiara Pasquale Alessandro Griesi, coordinatore nazionale dei reparti mobili Fsp – polizia di Stato.

Il lunedì è il giorno più critico, come è stato dimostrato anche questa mattina: “Per la legge dei grandi numeri, vi è una diversa pressione nello spingersi, vi sono molte più ‘teste’ a cui fare capire cosa fare. Il grande lavoro svolto dai colleghi dell’immigrazione, dei reparti inquadrati, sicuramente aiuta a placare gli animi ma non basta”. Alle forze di polizia viene chiesto un grande lavoro di lettura della situazione, dove è necessario capire chi si ha davanti per agire di conseguenza. E quando si lavora con questi numeri, è sempre più complicato.

Il sindacalista, che conosce da vicino il problema, ha spiegato che “questo è un fiume di gente da gestire che non ha mai fine. È per questo come per tanti altri motivi che l’immigrazione è un grande problema, difficile se non impossibile da fermare ma assolutamente da gestire o ne verremo travolti tutti”. Davanti a queste scene, appare sempre più stringente la necessità di intervenire nella difesa dei confini. Quella di via Cagni non è una situazione recente. Da anni in questa parte di Milano i migranti si accampano davanti all’ufficio immigrazione. I sindacati di polizia denunciano da tempo questa situazione, che man mano che si va avanti con il tempo si fa sempre più ingestibile, con conseguente rischio per l’incolumità degli stessi agenti di polizia.

“Se prima chi veniva in via Cagni chiedeva con gentilezza, ora chiede con forza, protestando e inveendo contro i poliziotti! Un ventenne nord africano, dopo aver minacciato uno dei poliziotti, è stato portato in questura. In tasca aveva un coltello a scatto, ma non c’è da meravigliarsi! Quanti cittadini girano con un coltello in tasca? Ovviamente è ironia…”, dice Griesi. Parole che inquadrano una deriva sempre più evidente a occhio nudo.

Le file davanti all’ufficio immigrazione di Milano sono solo una delle tante sfaccettature di quello che è diventata Milano negli ultimi anni. L’accoglienza indiscriminata della sinistra in Italia ha generato un circolo vizioso nel quale gli stranieri che arrivano nel nostro Paese vengono lasciati al proprio destino. Diventano manovalanza a basso costo per la criminalità organizzata, vivono ai margini della società in condizioni indecenti per una società civile e le ripercussioni di tutto questo sulla sicurezza del territorio sono evidenti.

Milano, per esempio, è la città in cui c’è la più bassa percezione di sicurezza del Paese. Gli spacciatori e gli sbandati spadroneggiano al calare della sera rendendo le sue strade pericolose, soprattutto nelle periferie.

Il commento di Griesi è amaro e raccoglie in sé quelli di chi tutti i giorni ha a che fare con situazioni simili, quasi con rassegnazione.La situazione di via Cagni a Milano è stata attenzionata anche dall’onorevole Riccardo De Corato, che per tanti anni è stato assessore alla Sicurezza della Lombardia: “Ancora una volta, la scorsa notte, la zona di Niguarda è stato teatro di incendi e tafferugli tra immigrati e Polizia.

Il tutto, come spesso avviene, si è tenuto davanti la caserma di polizia di via Cagni”. De Corato ha sottolineato come “l’accoglienza, in un Paese civile, non è sostenibile per un unico soggetto Istituzionale, ma è evidente e fondamentale che serva anche il contributo delle istituzioni comunali“.

ilgiornale.it

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