Antonio Manganelli, ecco chi era. Il ricordo a 9 anni dalla scomparsa

Antonio Manganelli (Avellino, 8 dicembre 1950 – Roma, 20 marzo 2013) è stato un poliziotto, prefetto e funzionario italiano.

Dal 25 giugno 2007, fino alla sua scomparsa, Antonio Manganelli è stato capo della Polizia. Dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli, si specializzò in criminologia clinica presso l’Università di Modena. Numero due del Nucleo anticrimine della Polizia di Stato negli anni ottanta, collaborò anche con i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel 1991 divenne direttore dello SCO (Servizio centrale operativo) e del Servizio Centrale di Protezione dei collaboratori di giustizia. Dal 1997 fu questore a Palermo e, dal 1999, a Napoli.

Divenuto prefetto nel 2000, fu nominato direttore centrale della Polizia criminale e vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, incarico nel quale dal 2001 assunse le funzioni vicarie dell’allora capo della Polizia Gianni De Gennaro. Il Consiglio dei ministri lo nominò capo della Polizia il 25 giugno 2007.

Docente di Tecnica di polizia giudiziaria all’Istituto Superiore di Polizia, pubblicò saggi in materia di tecnica investigativa e sequestri di persona. Il 25 giugno 2010 aveva ricevuto la cittadinanza onoraria di Palermo. Nel 2007 ha pubblicato il volume “Investigare. Manuale pratico delle tecniche di indagine”, insieme a Franco Gabrielli, per Cedam. Durante il soggiorno a Huston, nel maggio del 2012, maturò il proposito di scrivere un’autobiografia, che diventò quasi naturalmente un romanzo, come ricorda lo stesso Manganelli nella nota introduttiva dell’ 8 dicembre. Il volume, pubblicato da Rizzoli nell’aprile del 2013, con il titolo “Il sangue non sbaglia”, il 13 maggio è stato presentato a Palazzo Giustiniani, dal presidente del Senato Pietro Grasso.

Medaglia d’oro al valor civile

«Esempio ineguagliabile di dedizione alle virtù civiche e di passione pubblica al servizio delle istituzioni e dello Stato, Antonio Manganelli corona con la nomina a Prefetto la sua lunga carriera di investigatore, costellata di successi contro la criminalità organizzata. Divenuto Capo della Polizia, si distingue per la capacità di plasmare un meccanismo della sicurezza basato sull’armoniosa collaborazione di tutte le Forze di Polizia, infondendo, anche grazie al suo carisma personale, il legittimo orgoglio di appartenenza alla Polizia di Stato.

Grazie alla Sua autorevolezza, accompagnata da rigore e responsabilità, ha saputo imprimere alla Polizia di Stato trasparenza e legittimazione democratica, soprattutto in recenti momenti, difficili e travagliati, che hanno attraversato la vita del Paese. Colpito da un male incurabile, ha combattuto fino allo stremo contro le angosce di una malattia che non lo ha piegato e, pur in mezzo alla sofferenza, ha saputo sempre offrire a tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato un presidio fermo e sicuro.

La morte lo ha raggiunto nel pieno svolgimento delle sue funzioni. Che il suo esempio viva nella memoria dei posteri, per tramandarlo alle future generazioni. 1975-2013»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!