Notte da incubo nel carcere di Viterbo. Nella tarda serata di ieri, 9 settembre, si sono registrati “gravissimi fatti”, come riporta il segretario regionale dell’Uspp Daniele Nicastrini. Si tratta di una rivolta di detenuti in una sezione, del decesso di un detenuto (un 45enne del Bangladesh) e del tentato suicidio per “proteste” di un altro, “salvato in extremis dagli agenti“. “L’escalation di eventi – sottolinea Nicastrini – ha messo a dura prova il personale presente in sevizio e reso necessario l’intervento di una squadra di supporto”.
Il sindacalista spiega: “Da quanto appreso informalmente, il detenuto è deceduto nella notte a causa di un malore imprevedibile. In altra sezione sembrerebbe che nell’ora di chiusura delle stanze detentive, verso le 19, alcuni detenuti abbiano messo in atto una rivolta minacciando il personale presente e autolesionandosi con taglierini rudimentali, rendendo necessario, per ripristinare l’ordine, l’intervento di personale richiamato urgentemente in sede.
Nel frattempo altri detenuti su un altro piano, già chiusi all’interno delle loro stanze detentive, hanno iniziato a sbattere forte le porte blindate, dando fuoco alle bombolette del gas. Sono state necessarie ore per ripristinare l’ordine e la calma, solo grazie alla professionalità del personale intervenuto. In tutto questo caos un plauso agli agenti che hanno messo in salvo da un tentativo d’impiccagione un altro detenuto inviato al pronto soccorso per le cure del caso”.
Nei giorni scorsi l’Uspp Lazio aveva rappresentato all’amministrazione penitenziaria la situazione in cui versa il carcere di Viterbo in termini di sovraffollamento, superiore di 230 detenuti rispetto alla capienza regolamentare, e una carenza di personale, superiore alle 100 unità: “Impedisce un’organizzazione del lavoro in sicurezza e difficoltà nel mantenere l’ordine e il rispetto delle regole penitenziarie”.
“I fatti accaduti ieri sera – sottolinea Nicastrini – dimostrano senza ombra di dubbio che purtroppo il nostro allarmismo rivolto all’amministrazione penitenziaria, al prefetto e agli organi competenti era giustificato e che la situazione e veramente grave. Il direttore e comandante di reparto con i pochi uomini e donne rimaste della polizia penitenziaria possono fare ben poco se non si provvede a inviare un supporto di agenti, evitando così anche tragedie come quella avvenuta ieri a Mammagialla”.
Da tempo l’Uspp ha indetto lo stato di agitazione e richiama i politici cittadini e la comunità viterbese a interessarsi al carcere perché “è a rischio la sicurezza pubblica e l’incolumità degli agenti”.