“Violentata in caserma da un carabiniere” Denuncia di una ragazza di 34 anni, la Procura apre un’inchiesta

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L’avrebbe violentata per quattro volte all’interno dei bagni della caserma dei carabinieri di Fermo, dove, visto il caldo di quelle giornate, l’avrebbe accompagnata per darsi una rinfrescata. Una accusa dura e inquietante quella denunciata da una 34enne di un paesino dell’entroterra nei confronti di un militare fermano. Si tratta di un carabiniere che è indagato per quattro episodi presumibilmente consumatisi in due occasioni nel luglio e nel settembre scorsi.

Una volta in caserma, come da procedura anticovid, il piantone l’aveva sottoposta alla misurazione della temperatura corporea, che era risultata alta. Il carabiniere l’avrebbe invitata a rinfrescarsi in bagno per accelerare i tempi di raffreddamento. Una volta dentro, però, il militare l’avrebbe, spogliata, lavata con acqua fredda, per poi toccarle ripetutamente il seno e le parti intime. I due poi sarebbe ritornati nell’androne dell’ingresso per misurare di nuovo la febbre e, anche nella seconda occasione, la temperatura era risultata alta.

A quel punto i due sarebbero tornati nuovamente in bagno e questa volta, dopo averla spogliata di nuovo, il carabiniere avrebbe penetrato la sua vagina con un dito. Lei, spaventata, si sarebbe rivestita e se ne sarebbe quindi andata sconvolta, senza proferire parola alcuna.

A settembre la giovane, sempre per gli stessi problemi di stalking, si era recata nuovamente in caserma pe formalizzare una denuncia. Anche in quell’occasione aveva incontrato lo stesso piantone. Anche in quell’occasione la temperatura era risultata alta e anche in quell’occasione, per ben due volte, il carabiniere l’avrebbe accompagnata in bagno per rinfrescarsi: la prima volta l’avrebbe spogliata e palpeggiata, la seconda volta le avrebbe sfilato gli slip per poi fare altro.

Dopo la seconda serie di violenze, la 34enne ha deciso di denunciare tutto agli stessi carabinieri, che hanno subito fatto scattare l’indagine.
Un’indagine delicata con tanti lati oscuri e interrogativi: perché la presunta vittima non ha gridato per chiedere aiuto? Perché non si mai è recata in ospedale per farsi medicare? Perché la seconda volta, visto lo stesso militare che l’avrebbe in precedenza violentata, non se n’è andata prima che accadesse di nuovo? Sarà il proseguo delle indagini a dare risposte a queste domande e a fare chiarezza sui tanti dubbi che potrebbero sorgere sulla veridicità dei fatti.

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