Trattamento Fine Servizio (TFS), USIF: “serve intervento immediato da parte del Governo”

Pensioni forze armate e polizia
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Le Segreterie Nazionali UILPA Polizia Penitenziaria, USIP, USIC ed USIF, del Dipartimento Sicurezza della Confederazione UIL, esprimono tutto il loro sgomento per le ultime notizie arrivate dall’Istituto per la Previdenza Sociale in merito alla liquidazione del Tfr/Tfs (Trattamento di fine rapporto/Trattamento di fine servizio) da erogare ai dipendenti pubblici che vanno in pensione.

Sostanzialmente il dipendente pubblico che va in pensione, già sottoposto ad una normativa stringente rispetto agli ormai lunghi tempi di attesa per ricevere i soldi della propria liquidazione, dal 1 febbraio 2023 potrà avere la possibilità di accorciare questi tempi di attesa chiedendo un anticipazione della somma spettante, pagando un tasso di interesse dell’1% più uno 0,5% di spese.

Quando si dice che al peggio non c’è mai fine, un’operazione in pieno stile speculativo che mal si addice ad un Istituto pubblico come l’INPS.

In pratica l’INPS, che detiene i soldi accantonati dai lavoratori anno dopo anno per l’intero arco della propria vita lavorativa, propone agli stessi lavoratori un vero e proprio prestito per fare avere a questi ultimi i loro stessi soldi in anticipo rispetto alla normativa vigente, insomma abbiamo davvero raggiunto l’apoteosi dell’assurdo.

Nell’era del capitalismo assoluto che gli Istituti di credito privati abbiano speculato sull’anticipo delle liquidazioni dei lavoratori, è stata un’operazione già digerita malvolentieri, ma che a questo gioco al massacro della classe lavoratrice si sia prestata finanche una Istituzione Pubblica dello Stato è oltremodo insopportabile.

Oltretutto, oltre al danno si aggiunge pure la beffa, perché questa iniqua operazione speculativa che l’INPS metterà in atto, sarà anche finanziata con le somme del Fondo Credito, che dovrebbero in realtà servire per interventi di welfare; Fondo Credito che peraltro viene alimentato con trattenuta dello 0,35% nella busta paga dei lavoratori pubblici, insomma siamo sempre più di fronte alla logica perversa dell’egemonia dell’economico sul politico, la logica del capitalismo assoluto che ha nella riduzione dei diritti dei lavoratori il proprio mantra, a scapito dei molti e a beneficio dei pochi eletti.

A questo punto chiediamo con forza che la politica, riappropriandosi del proprio ruolo, faccia il proprio dovere chiedendo al Governo un intervento immediato rispetto allo scempio che si sta attuando ai danni della classe lavoratrice.

USIF

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