Rovigo, il Covid uccide il poliziotto Paolo Aggio: non poteva vaccinarsi per una trombosi

Paolo Aggio polizia di stato
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Era entrato in Polizia nel 1994, quasi trent’anni fa, il cinquantasettenne poliziotto rodigino Paolo Aggio che si è spento qualche giorno fa nel reparto di Terapia intensiva a Trecenta (Rovigo) per positività al Covid. A causa della trombosi che l’aveva colpito qualche anno fa, Aggio non si era potuto sottoporre alla vaccinazione.

A colpirlo è stato un contagio familiare, che ai primi di novembre lo ha costretto al ricovero in area medica Covid a Trecenta. Poi il peggioramento fino al decesso. Dopo essersi arruolato nel 1994, Aggio ha prestato servizio alla Questura di Milano fino all’estate del 1999 quando è stato trasferito alla sottosezione Polstrada A13 di Rovigo. Dalla primavera 2012 è entrato in servizio alla Questura rodigina. Negli ultimi anni, quando la Questura di Rovigo s’è trasferita in piazzale Consigli, il cinquantasettenne era uno degli agenti che lavoravano in portineria.

Paolo Aggio era molto stimato e benvoluto per il suo carattere mite e riservato, oltre che per la sua professionalità. Celibe, lascia una compagna. I funerali sono sabato alle 10 nella frazione rodigina di Mardimago. Il decesso dell’ex agente porta a 533 il totale dei decessi da inizio epidemia in Polesine, e i positivi in provincia di Rovigo sono 538. L’ultimo bollettino parla di 44 nuovi casi di Coronavirus, con un tasso di positività che si attesta all’1,44%. I ricoverati attualmente sono 33. Per ora è stabile la situazione nelle strutture dedicate ad anziani e soggetti fragili.

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