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Manette troppo strette, gli devono amputare una mano: detenuto denuncia la polizia

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Forze di polizia

Jefferson, New York – Giovanni Loyola, un uomo ispano-americano di 26 anni, ha citato in giudizio la polizia della contea per averlo presumibilmente ammanettato così forte da rendere necessaria l’amputazione di una delle mani. Loyola è stato scarcerato lo scorso 28 febbraio con fortissimi dolori al polso sinistro e i polpastrelli delle dita che erano diventati neri. Si è quindi recato al Christ Health Center per sottoporsi a una visita e i medici gli hanno spiegato che sarebbe stato necessario un intervento chirurgico: dapprima gli hanno rimosso alcune falangi delle dita nella speranza che fosse sufficiente, ma visto che il dolore non passava sono seguiti altri “tagli” fino alla completa amputazione della mano. A seguito della gravissima mutilazione il 26enne ha denunciato il vice sceriffo della contea di Jefferson sostenendo che gli avrebbe stretto le manette ai polsi eccessivamente, impedendo per ore la circolazione del sangue e causandogli poi una cancrena. Non solo: sia il vicesceriffo che i suoi sottoposti avrebbero ripetutamente ignorato le sue richieste d’aiuto.

Loyola era stato arrestato il 16 febbraio del 2020 con l’accusa di aver esploso colpi di arma da fuoco in un parcheggio di roulotte e di aver partecipato a una rissa: ai poliziotti ha sempre dichiarato di essere estraneo a quelle accuse e di non aver mai posseduto pistole o fucili, ma il vice sceriffo ha ignorato la sua difesa, ha afferrato l’allora 25enne e lo ha ammanettato. Secondo la denuncia presentata dall’uomo i poliziotti l’avrebbero anche sbattuto per terra prendendolo a pugni senza nessuna ragione, dal momento che Loyola non aveva opposto nessuna resistenza.

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