Lo strano caso dei Forestali, carabinieri ma con lo status di civili: «Vanno inseriti nell’organico dell’Arma»

Carabinieri forestali

Arriva dritto dritto al senatore Luca De Carlo, presidente della commissione agricoltura, l’appello del segretario Cisal-Cfs Gennaro Esposito: «Gli operai forestali ex Corpo Forestale dello Stato e oggi dei Carabinieri vanno inseriti nell‘organico dell’Arma, cancellando il contratto collettivo di tipo privato di un tempo e facendoli diventare a tutti gli effetti impiegati civili del Ministero della difesa con pari diritti dei colleghi visto che vengono quotidianamente gestiti secondo regole militari».

LA GENESI
Tutto ha inizio il primo gennaio 2017 quando a seguito della riforma Madia il Corpo Forestale dello Stato venne soppresso e i dipendenti inglobati nell’Arma dei Carabinieri. «Fu lo stesso De Carlo nella scorsa legislatura – ricorda Esposito – a presentare una proposta di legge per il ripristino del Corpo, sottolineando l’anomalia tutta italiana di non avere una realtà simile dedita alla sicurezza ma anche alla prevenzione e all’educazione ambientale.

IConfidiamo nella sua sensibilità affinché porti avanti questa battaglia». Ma stanti così le cose, Esposito cerca di migliorare le condizioni di questi lavoratori che in Italia sono 1.500, di cui un centinaio in Veneto e molti dei quali operativi nel Bellunese. Il problema, sollevato dalla recente interrogazione parlamentare di Giovanni Maiorano (Fdi), è che «l’Arma dei Carabinieri è subentrata come datore di lavoro degli operai forestali che hanno mantenuto lo status di personale civile assunto a supporto dei compiti istituzionali dell’Arma.

Ma ad essi, pur dipendenti dello Stato, viene riconosciuto un contratto collettivo di tipo privato (individuato negli anni Sessanta e che avrebbe dovuto essere temporaneo) alla stregua degli operai forestali regionali con l’aggravante di minori tutele ad esempio relativamente a infortunio sul lavoro, legge 104 e prestazioni a sostegno del reddito».

«La soluzione è semplice – prosegue il sindacalista -: sarebbe sufficiente un intervento normativo che individui le qualifiche necessarie allo svolgimento dei compiti istituzionali e preveda l’assunzione di questi lavoratori come operai del Ministero della difesa.

Risolvere il paradosso contrattuale è, per noi, un atto di giustizia lavorativa guadagnata comunque nel tempo dai lavoratori con professionalità, dedizione e impegno. Per questa “partita” ringraziamo l’onorevole Giovanni Maiorano per essersi esposto in prima persona firmando l’interrogazione e i parlamentari di Fdi che ci hanno dato una forte sostegno: Luca De Carlo, Marco Osnato, Francesco Michelotti nonché la coordinatrice Mirta Merli. Confidiamo in un ultimo passo risolutore a favore di un contratto che sia pubblico e adeguato ai giorni d’oggi». Ilgazzettino.it

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