Una lettera affidata alla rete interna dell’Arma sta trovando eco anche all’esterno, rispecchiando uno “scontro” in atto: da un lato l’eroismo concreto e immediato incarnato dal maresciallo Gregorio Assanti, dall’altro la vicenda del generale Pietro Oresta, recentemente rimosso per aver messo al centro del suo discorso benessere e persona.
In un momento in cui l’Arma dei Carabinieri è tornata al centro dell’attenzione mediatica per vicende complesse e discusse, una lettera inviata ai colleghi dal Comandante Generale, Salvatore Luongo, suona come una dichiarazione di intenti e un segnale di coesione interna.
“Mi rivolgo a voi ancora una volta nei momenti in cui l’Arma è alla ribalta delle cronache per varie vicissitudini”, esordisce il Comandante, facendo chiaramente riferimento ai recenti episodi che hanno visto l’Istituzione protagonista di un acceso dibattito pubblico, tra cui la controversa rimozione del Generale Pietro Oresta e il gesto eroico del maresciallo Gregorio Assanti.
Un riconoscimento all’eroismo silenzioso
Al centro della comunicazione interna c’è il coraggio dimostrato dal Maresciallo Maggiore Antonino Giorgio e dal Maresciallo Capo Gregorio Assanti, che durante l’esplosione in un distributore al Prenestino, a Roma, hanno soccorso un uomo avvolto dalle fiamme, salvandogli la vita.
“Con coraggio e ferma determinazione, in una situazione di grande pericolo, non hanno esitato a fornire assistenza e soccorso a un uomo gravemente ferito.
Tutto ciò, mettendo a rischio la loro vita e ben oltre la propria convenienza personale”, scrive Luongo, sottolineando la natura altruista e valorosa dell’agire quotidiano dei Carabinieri.
Un messaggio tra le righe: valori, disciplina e coscienza
Non sfugge agli osservatori il tempismo della lettera, giunta pochi giorni dopo la rimozione del Generale Pietro Oresta, che proprio davanti ai giovani marescialli della Scuola di Firenze aveva pronunciato parole forti:
“Il vostro benessere è superiore a qualunque istruzione o procedura”.
Un messaggio accolto con entusiasmo dalla base, ma che ha suscitato malumori nei vertici, tanto da portare – secondo varie fonti – alla sua rimozione non ancora ufficialmente motivata.
Nel suo intervento a Padova del 30 giugno, lo stesso Comandante Generale Luongo aveva ricordato che “la disciplina è il collante di una organizzazione gerarchica”, spingendo molti a leggere in quella frase una risposta indiretta a Oresta.
Ora, con questa nuova lettera, la narrazione si sposta sul terreno dell’azione concreta, come se l’eroismo sul campo rappresentasse l’unica via accettabile per parlare di umanità e dedizione.
L’Arma tra passato e futuro: quale direzione?
La lettera chiude con un tono familiare, quasi paterno:“Con la devozione di sempre, il vostro Comandante Generale”.
Parole che evocano una volontà di coesione e continuità, ma che arrivano in un tempo di transizione per l’Arma.
Da un lato, la fedeltà alle tradizioni e alla disciplina. Dall’altro, un bisogno crescente di mettere al centro la salute psicologica, l’empatia, la persona.
Due modelli che oggi sembrano entrare in dialogo – o forse in conflitto – tra loro.
E mentre il maresciallo Gregorio Assanti diventa il simbolo dell’azione eroica e silenziosa, il dibattito aperto dal “caso Oresta” continua a sollevare interrogativi su quale sia la vera direzione del Comando, e se ci sia spazio per una leadership che coniughi coraggio operativo e umanità istituzionale.