La Guardia costiera libica spara a due pescherecci italiani: un ferito

guardia costiera

I guardia coste libici sparano verso i pescherecci italiani al largo della Tripolitania. Nel corso dell’incidente è rimasto ferito ad un braccio il comandante del peschereccio Aliseo. Le notizie sono ancora molto confuse e necessitano di verifica. Se però fosse vero che i Guardia Coste libici hanno utilizzato la barca Obari, donata e assistita dall’Italia negli ultimi anni nel contesto del programma di impegno comune nella lotta all’immigrazione clandestina, per sparare contro i pescherecci allora è evidente che le relazioni italo-libiche subirebbero un colpo grave.

Al momento ciò che abbiamo potuto appurare è che una mezza dozzina di pescherecci, la maggioranza facente capo al porto di Mazara Del Vallo, si trovavano a circa 35 miglia dal porto di Al Khums quando sono stati avvicinati dalla guardia costiera libica. 

Da Tripoli i loro comandi negano vi siano stati spari contro i navigli italiani. I comandi della Marina Militare italiana raccontano che la fregata Libeccio, impegnata nell’operazione Mare Sicuro, «è intervenuta nelle prime ore pomeridiane per assistere in particolare 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti “ad alto rischio”». Il comunicato specifica che l’intervento si è reso necessario a causa della presenza della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento.

Dalla Libeccio è subito partito un elicottero, il quale ha preso contatto radio con gli equipaggi dei pescherecci. Sul luogo è poi giunto anche un velivolo di ricognizione militare P-72. Secondo fonti libiche, sarebbero in corso trattative tra l’ambasciata italiana a Tripoli e le autorità locali. Va aggiunto che i contatti sono facilitati dalle buone relazioni tra il governo italiano e quello nuovo di unità nazionale a Tripoli. Una situazione dunque diversa dalla crisi che si venne a creare con Khalifa Haftar in Cirenaica l’autunno scorso con il lungo sequestro di due pescherecci e 18 marinai.

Le reazioni

«Gravissimo» così definisce quanto avvenuto la Lega che, sottolineano i deputati del Carroccio «chiede da tempo un intervento diplomatico per garantire la sicurezza e il lavoro dei nostri pescatori».

Il segretario del Partito Democratico Letta invece definisce «Inconcepibile» quello che è avvenuto «Solidarietà al comandante del peschereccio italiano e non ci si potrà accontentare di scuse o vaghe spiegazioni». E la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna esprime la sua vicinanza ai pescatori e gli armatori attaccati. «Ci deve scappare il morto per fare intervenire il Governo?» chiede invece l’armatore Marco Marrone, del peschereccio Medinea sequestrato dai libici per 108 giorni.

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