Guardia di Finanza: prezzi della benzina irregolari in quattro impianti su dieci a gennaio

Guardia di Finanza benzina
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«Nel solo mese di gennaio sono stati eseguiti 2.518 interventi, contestando 989 violazioni alla disciplina prezzi, di cui 341 per mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati e 648 per omessa comunicazione al ministero».

Lo ha detto il colonnello Alberto Nastasia, capo Ufficio tutela uscite e mercati del Comando generale della Guardia di Finanza, in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, circa la trasparenza dei prezzi dei carburanti, sottolineando che dopo le direttive «impartite» dal governo è stata disposta «un’ulteriore intensificazione» dell’azione di controllo.

Già «nel corso del 2022, i reparti del corpo hanno eseguito 5.187 interventi in tema di trasparenza dei prezzi dei carburanti, contestando 2.809 violazioni alla relativa disciplina». Non solo. Nel corso dell’audizione Nastasia ha evidenziato che nel 2022 «l’accisa evasa» sui carburanti «è stata quantificata in oltre 450 milioni di euro». Il tutto a valle di 2.514 controlli su accise e Iva, rilevando 1.084 violazioni e deferendo all’autorità giudiziaria competente 866 soggetti, di cui 15 tratti in arresto».

Consumatori: numeri Guardia di Finanza confermano il nostro allarme

I dati della Guardia di Finanza relativi ai controlli presso le pompe di benzina e alle violazioni riscontrate in tema di prezzi, «confermano in pieno le denunce avanzate dal Codacons nelle ultime settimane» incalza il Codacons, che insiste: «Le violazioni sul fronte dell’esposizione dei prezzi al pubblico, le irregolarità e l’omessa comunicazione dei listini al ministero proseguono indisturbate. Una situazione grave che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, tutte le nostre denunce circa le anomalie dei prezzi e i comportamenti scorretti a danno dei consumatori».

Governo apre a modifiche decreto

Il governo è disponibile a modificare le nuove regole sui prezzi dei carburanti. L’apertura è arrivata mentre sta per entrare nel vivo in Parlamento il lavoro sul contestato decreto che ha portato i benzinai allo sciopero e ha ricevuto anche la “bocciatura” dell’Antitrust. Sul dossier benzina è tornato nei giorni scorsi il ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso. «Siamo disponibili, sulla base delle sollecitazioni che giungeranno in Parlamento, ad eventuali ulteriori modifiche migliorative sempre a garantire la trasparenza», ha detto il ministro ribadendo la posizione del governo nel tentativo di rassicurare la categoria. Che mercoledì ha sospeso lo sciopero di due giorni – poi ridotti a uno – contro il decreto “trasparenza”, ma non la mobilitazione.

Tavolo governo-gestori l’8 febbraio

L’appuntamento è ora la prossima riunione del tavolo permanente, che si è insediato due settimane fa: «riprenderà l’8 febbraio con le questioni che loro hanno posto per il riordino complessivo del settore», ha ricordato il ministro.

Dl carburanti, mercoledì scade termine emendamenti

In attesa del tavolo, intanto, l’attenzione si sposta in Parlamento. Dove in settimana entra nel vivo l’iter del decreto, incardinato una decina di giorni fa alla commissione Attività produttive della Camera. Dopo le prime audizioni lunedì è ora la volta degli emendamenti: il termine per presentare le proposte di modifica è fissato per mercoledì 1 febbraio alle 10. In settimana dovrebbe arrivare anche l’emendamento del governo, che aspetterà di ascoltare anche le ultime audizioni prima di formulare le proprie modifiche. La commissione è convocata anche giovedì: si dovrebbero decidere le ammissibilità, prima di iniziare le votazioni. L’arrivo in Aula a Montecitorio sarebbe previsto intorno alla metà di febbraio.

Le voci critiche dell’Antitrust

Il decreto, che nella sua versione iniziale, prevede tra l’altro l’obbligo per i benzinai di pubblicare, accanto al prezzo praticato, il prezzo medio regionale e fissa sanzioni da 500 a 6mila euro per chi viola questo obbligo (con la sospensione dell’attività dopo la terza violazione), è stato accolto negativamente fin da subito dai gestori. Ma voci critiche sul provvedimento si sono alzate da più parti, dalle imprese ai sindacati, fino all’Antitrust: esporre nei distributori i prezzi medi regionali della benzina non è necessario, ha avvertito il garante Roberto Rustichelli, che segnala benefici incerti» per i consumatori e anzi “un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi».

Le modifiche in arrivo al decreto

Su quest’onda cresce dunque il pressing per eliminare l’obbligo di esposizione dei prezzi, che potrebbe quindi trovare spazio tra gli emendamenti al decreto. Probabile anche che si intervenga sulle sanzioni. È stato lo stesso Urso a proporre la modifica al tavolo con i benzinai (indicando un minimo di 200 euro e un massimo di 800): in quell’occasione ha indicato anche l’idea di rendere l’obbligo di comunicazione dei prezzi settimanale (e non giornaliero) e di prevedere che la chiusura per omessa comunicazione avvenga dopo 4 omissioni (anziché 3) nell’arco di 60 giorni.

ilsole24ore.com

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