Gratteri: ”Attentati? Alle mafie non conviene. Il governo fa riforme a maglie larghe” – Intervista esclusiva

Procuratore Gratteri libro

Il procuratore di Catanzaro intervenuto a “Fuori Tg” su Rai3

Diciamo che dopo la fine di questa guerra (in Ucraina, ndr) le mafie potranno entrare in possesso di armi molto potenti rispetto alle armi che hanno avuto sino ad ora. Ma in questo momento non dovrebbe essere conveniente per le mafie fare attentati perché questo governo sta sostanzialmente facendo riforme normative che stanno un po’ allargando le maglie nel contrasto ai reati”. Così ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri a “Fuori Tg” su Rai3.

GUARDA IL VIDEO


Intervistato dalla conduttrice Maria Rosaria De Medici, Gratteri ha specificato che in Italia c’è l’idea che “alla fine tutto si aggiusta e che alla fine c’è un rimedio. Quindi io credo che oggi le mafie hanno l’interesse a non rubare nemmeno una bicicletta proprio per dare l’idea che le mafie non ci sono più. E quindi l’opinione pubblica è calma e tranquilla e quindi il legislatore, il potere politico, non è costretto a fare un’inversione di tendenza e fare delle norme restrittive rispetto a chi non vuole delinquere”.

La lotta alla mafia in Europa
Il magistrato ha detto che in Europa “sul piano di contrasto alle mafie ognuno va per i fatti suoi. Esiste Eurojust, l’Europol, l’Interpol. Però sono più sigle che sostanza rispetto a quello che sta accadendo in Europa soprattutto nel campo del riciclaggio. Fuori dall’Italia ci sono delle norme molto più blande in cui è molto facile riciclare senza controlli. In cui c’è solo un tetto, una direttiva europea, che consiglia di porre limiti al contante intorno ai 10 mila euro”.
Quindi “io posso andare nel Paese più ricco d’Europa – ha detto – che è la Germania, dove c’è la più alta concentrazione di ‘Ndrangheta dopo l’Italia, a comprare una macchina da 80 – 100 mila euro e nessuno mi chiederà conto da dove vengono questi soldi. E allora le mafie più che in Italia guardano all’Europa perché sono lì per vendere cocaina e comprare tutto ciò che è in vendita”. Noi vediamo spesso delle joint venture tra ‘Ndrangheta e Mafia Albanese“, la quale, ha detto il magistrato, “sarà sempre più protagonista in Europa” e che “sta già dando filo da torcere agli olandesi”. “Io vent’anni fa già avvertivo gli olandesi di fare attenzione” al loro sistema inadeguato e “blando” di contrasto alla criminalità organizzata, e oggi l’Olanda si trova in casa la ‘Ndrangheta e la ‘Maffia’, “la terza generazione della mafia nord-africana e con gli albanesi“. La mafia albanese sta emergendo anche in virtù del fatto che, ha sottolineato il magistrato, l’Albania “è un grosso snodo per quanto riguarda il traffico di eroina” proveniente dall’Afganistan. “Perché non dimentichiamoci che in Afganistan ci sono tonnellate di eroina ferme pronte per essere vendute in Europa. Ma soprattutto nel traffico di armi l’Albania sarà protagonista”.

Il mercato delle armi
Al narcotraffico la ‘Ndrangheta aggiunge anche il traffico di armi nella lista delle sue attività più redditizie. “È successo questo subito dopo la guerra nella ex Jugoslavia, quando si andava in Bosnia e si andava in Montenegro e un Kalashnikov costava 750 euro. Quando subito dopo la guerra ogni famiglia aveva quattro o cinque Kalashnikov, due bazooka, dieci chili di plastico C-3 e C-4. La ‘Ndrangheta ha comprato tante volte le armi provenienti dalla ex Jugoslavia e in molte c’è stato lo scambio con la Sacra Corona Unita che in cambio di armi“, la ‘Ndrangheta, “dava cocaina”.
“Niente di più facile che questo possa accadere dopo la fine di questa guerra.
Perché è ovvio che a prezzi stracciati questa volta le mafie potrebbero andare a comprare armi molto più pericolose rispetto ad un Kalashnikov o rispetto ad un bazooka. Non dimentichiamo che un mese fa qui in Calabria, sulla parte della ionica, sono state trovate armi anticarro”.
Nella logica e nella struttura della ‘Ndrangheta – ha continuato il magistrato – c’è il Crimine: cioè il ministro della Guerra. E sarebbe colui il quale organizza e allena il suo esercito”. Le famiglie devono avere una determinata quantità di armi, ha spiegato Gratteri, “per essere nascoste“, pronte in ogni caso, e per far sapere alle altre organizzazioni che si tratta di un ‘locale’ “ben armato”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!