Condannato 10 anni un sovrintendente Polizia – Dieci anni di carcere. È questa la pena inflitta ad un sovrintendente capo della Polizia di Frontiera aerea di Fiumicino, riconosciuto colpevole di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione e produzione di documenti falsi.
La sentenza è arrivata ieri dal tribunale di Roma, a conclusione di un processo che ha coinvolto altre cinque persone, anch’esse condannate a vario titolo.
Condannato 10 anni un sovrintendente Polizia: “corsia preferenziale” per migranti irregolari
Secondo l’accusa, il poliziotto aveva trasformato la sua posizione all’interno dell’aeroporto Leonardo da Vinci in uno strumento per agevolare l’ingresso illegale di migranti provenienti soprattutto dall’India. Insieme a lui operava una rete ben strutturata, tra cui un cittadino originario dello Sri Lanka, che fungeva da coordinatore logistico e finanziatore.
Al poliziotto veniva riconosciuto un compenso tra i 2.500 e i 2.800 euro per ogni migrante introdotto illegalmente.
Il sovrintendente, che all’epoca dei fatti era responsabile del controllo dei varchi riservati a personale autorizzato, disattivava i sistemi di sicurezza, apriva i passaggi e accompagnava i migranti nell’area Schengen, da cui poi raggiungevano altre destinazioni. L’indagine è partita nel 2017, quando agenti della polizia giudiziaria notarono movimenti sospetti nella zona transiti dell’aeroporto: un cittadino indiano, giunto da Mosca e diretto formalmente in Ecuador, fu sorpreso a lasciare lo scalo scortato dal poliziotto stesso.
Un sistema ben rodato
Le indagini hanno documentato almeno dieci casi simili. L’organizzazione forniva documenti falsi, permessi di soggiorno e indicazioni per l’accesso alla richiesta d’asilo, assicurando così ai migranti una permanenza regolare, almeno apparente, sul territorio nazionale. L’appartenente alla Polizia di Stato, secondo gli inquirenti, avrebbe agito principalmente per motivi economici, in un tentativo illecito di integrare il proprio reddito in prossimità della pensione.
Le giustificazioni e la condanna
Inizialmente, l’ex sovrintendente si era difeso parlando di “gesti umanitari”. Una versione smentita dalle prove raccolte e dai compensi sistematici ricevuti per ogni ingresso facilitato. L’operazione ha portato al rinvio a giudizio di nove persone, sei delle quali sono state condannate. Le pene variano da uno a dieci anni.