Finanziere Condannato per Minaccia a Vigilessa nel Salento
Finanziere Condannato per Minaccia – Un controllo stradale di routine con telelaser ha portato a una condanna nel Salento. Una agente di Polizia Locale, ha fermato un militate della Guardia di Finanza di 44 anni per presunto eccesso di velocità.
Il finanziere si è rifiutato di consegnare i documenti, dicendo: «I documenti non te li do, fai la brava (…) io quando fermo i colleghi non mi comporto così, comunque avrò modo di parlare con il vostro comandante». Inoltre, lo stesso avrebbe simulato un malore. Questi fatti hanno portato a una condanna a 6 mesi (pena sospesa e senza menzione) per minaccia a pubblico ufficiale, confermata dalla Corte di Cassazione.
La Vicenda
Il caso, avvenuto a Nardò, è arrivato in tribunale grazie alla denuncia dell’agente di Polizia Locale, che ha ottenuto un risarcimento di 3mila euro. Il finanziere, ha chiesto alla vigilessa di chiudere un occhio sulla contestazione, ma lei ha rifiutato.
La frase «Avrò modo di parlare con il tuo comandante» è stata considerata una intimidazione dalla vittima, anche se l’imputato ha sostenuto che fosse solo una battuta amichevole.
Finanziere condannato
I giudici di primo grado e d’appello hanno ritenuto che l’affermazione del finanziere avesse effettivamente intimidito la vigilessa, ponendola in uno stato di soggezione. La Cassazione ha confermato che non era compito dei giudici di legittimità rivedere quanto già deciso nelle prime due fasi del processo.
La Sentenza della Cassazione
Secondo la Cassazione, la Corte d’appello ha spiegato adeguatamente perché le parole dell’imputato avevano una valenza minatoria: per il tenore delle parole, l’atteggiamento complessivo e la simulazione del malore.
La Corte ha concluso che il finanziere aveva cercato di condizionare l’operato della vigilessa evocando il ricorso al suo comandante. Oltre alla pena inflitta, l’imputato è stato condannato a pagare 3mila euro alla Cassa delle ammende e le spese di giudizio.
Giusta interpretazione da parte dell’alta corte di giustizia, tuttavia avrei optato, come pena accessoria, ad un trasferimento d’ufficio (senza la legge 100).-