Sembrava un tranquillo commerciante di ferramenta, conosciuto in città e fratello di un poliziotto in pensione. Ma dietro la facciata di normalità , Camillo Giannattasio, 57 anni, nascondeva un arsenale. Arrestato il 12 giugno, è ora accusato di concorso nell’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie, ucciso durante un inseguimento a Francavilla Fontana, e della detenzione illegale di armi da guerra.
La scoperta è arrivata in seguito a una perquisizione nella sua attività , dopo l’arresto avvenuto nei pressi della masseria “Le Monache” di Grottaglie, dove il suo presunto complice, Michele Mastropietro, è rimasto ucciso in un secondo conflitto a fuoco con le forze dell’ordine.
La fuga e il secondo scontro a fuoco
Dopo l’inseguimento culminato con la morte del brigadiere Legrottaglie sulla strada vecchia per Grottaglie, i due uomini, a bordo di una Lancia Y rubata, si erano dati alla fuga a piedi tra le campagne. Proprio lì sono stati rintracciati: Mastropietro ha sparato contro gli agenti ed è stato ucciso, mentre Giannattasio è stato catturato vivo. Dopo l’interrogatorio a Taranto e il trasferimento nella caserma di Martina Franca, è stato condotto in carcere.
Un passato apparentemente pulito
Sebbene formalmente incensurato, Giannattasio non era del tutto sconosciuto alle forze dell’ordine. Il suo nome era emerso già nel 2015 durante le indagini sull’assalto a un portavalori a Monteiasi, per il quale Mastropietro fu arrestato e condannato a nove anni. In quell’occasione, Giannattasio fu perquisito, ma la sua posizione fu successivamente archiviata. Da allora, ha gestito la sua ferramenta senza altri apparenti coinvolgimenti in fatti criminali.
I sospetti della Procura
Dopo il blitz e la scoperta dell’arsenale nascosto, gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire i rapporti tra Giannattasio e Mastropietro, per capire se il commerciante fosse parte di una rete criminale più ampia o se abbia protetto o agevolato l’azione del pluripregiudicato di Carosino. L’ipotesi investigativa punta a chiarire da quanto tempo esistesse il legame tra i due e se Giannattasio fosse solo un fiancheggiatore o un complice operativo.
Un’inchiesta ancora aperta
I magistrati stanno valutando nuovi capi d’accusa alla luce delle armi rinvenute, delle dinamiche dell’omicidio del brigadiere Legrottaglie e dei movimenti di entrambi nelle ore precedenti alla sparatoria.
La morte di un servitore dello Stato, a meno di un mese dalla pensione, ha scosso l’opinione pubblica e dato impulso a indagini approfondite su un sistema criminale ancora da decifrare.