Carabiniera accusa collega di molestie: udienza a porte chiuse al Tribunale di Latina

Carabiniera accusa collega di molestie

Carabiniera accusa collega di molestie – Una giovane carabiniera ha portato in tribunale un collega, accusandolo di molestie e minacce ripetute durante i servizi condivisi in pattuglia. La vicenda, riportata da Latina Oggi, ha trovato spazio ieri in aula presso il Tribunale di Latina, dove si è svolta un’udienza a porte chiuse, su richiesta della presunta vittima, tutelata anche da un paravento per evitare ogni contatto visivo con l’imputato.

Secondo la testimonianza della militare, i comportamenti molesti si sarebbero manifestati con insistenze verbali, messaggi con esplicite proposte sessuali e, in un’occasione, anche con un contatto fisico indesiderato: una mano sulla coscia mentre si trovavano in auto di servizio.

Al suo rifiuto, il collega avrebbe iniziato a punirla con atteggiamenti ostili, come l’ignorarla deliberatamente o, in un episodio descritto, urtarla con il mitra d’ordinanza.

La donna ha riferito di essere caduta in uno stato di ansia e stress, condizione notata anche dal suo comandante, che ha avviato il procedimento d’ufficio, nonostante l’assenza iniziale di una denuncia formale.

Durante l’udienza, la difesa dell’imputato ha cercato di minare la credibilità della carabiniera, facendo leva su presunti messaggi affettuosi da lei inviati – e poi cancellati – che, secondo la tesi difensiva, contrasterebbero con il racconto accusatorio.

Il processo è stato aggiornato all’11 settembre, data in cui verrà ascoltata la comandante della presunta vittima, figura chiave per comprendere il contesto lavorativo e le dinamiche emerse nel reparto.

L’inchiesta riapre il delicato tema delle molestie nei luoghi di lavoro, anche all’interno delle forze armate, dove spesso il peso gerarchico e il clima interno possono rendere più difficile la denuncia di abusi e comportamenti inappropriati.

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