Bimbi denunciati per aver recuperato il pallone, la mamma: ci tengo ad elogiare il comportamento dei Carabinieri

«Ribadisco lo stupore. Questo interrogatorio è stato fatto per un fatto non particolarmente grave. Anche perché il reato che contestano ai bambini è quello di occupazione, non di furto, ed è inverosimile che due minori tra cui un bambino di 10 anni che per la cronaca fa la quarta elementare decidano di occupare un immobile». A parlare è Alfonso Marra, avvocato del foro di Bologna della famiglia del bimbo di 10 anni interrogato in una caserma dei Carabinieri di un piccolo Comune della Valmarecchia, nel riminese, assieme a un ragazzino di due anni più grandi dopo la querela del proprietario di una casa in cui sarebbero entrati per recuperare un pallone da calcio, mentre giocavano nella zona circostante. Il proprietario era stato avvertito da un vicino che aveva notato movimenti sospetti, il bimbo di 10 anni aveva spiegato di essere entrato alla ricerca della palla mentre l’amico si era difeso dicendo di non aver neppure varcato la soglia dell’edificio. «Ci tengo ad elogiare – spiega ancora – il comportamento dei Carabinieri. Chi li interrogava è stato comun papà. Sono stati premurosi e credo che sia rilevante che siano usciti da quella caserma più tranquilli come vi erano entrati».

La mamma: siamo sotto choc. «Ci tengo ad elogiare il comportamento dei Carabinieri

«Sono rimasta choccata, noi non ce lo aspettavamo. Era la fine di aprile ed è arrivata questa convocazione – spiega la madre del piccolo di 10 anni – ricordo benissimo che il bambino piangeva davanti al proprietario che aveva querelato i ragazzini». Stando al racconto della donna anche a lui il bimbo avrebbe spiegato in lacrime «di essere semplicemente andato a recuperare il pallone». La mamma, ancora scossa per l’accaduto spiega che il figlio ama tirare calci a un pallone tutti i giorni. «Mi ha detto in lacrime ‘mamma non ho fatto niente’. E io gli credo. Pensate che la mia vicina ha tolto la rete che separa i nostri giardini per permettergli di avere più spazio. Era il suo modo per passare il tempo durante il lockdown. Sono sicura che anche per questo essendo solo un bambino, quando ha visto la finestra aperta non ci ha pensato due volte. Si è sentito autorizzato a entrare. Credo che sia ingiusto colpevolizzarlo. È solo un bambino». Anche lei come l’avvocato, ringrazia i Carabinieri. «Sono stati bravissimi, quando l’hanno visto hanno iniziato a chiacchierare e a parlare di calcio. Sono stati in gamba». Ma il proprietario della casa sarebbe stato fermo sulle sue posizioni anche di fronte alle lacrime del ragazzino. «Abbiamo chiesto scusa, ma nulla, e anche il fratello è stato denunciato malgrado fosse con me a Rimini».

Intanto sul caso è intervenuta la Camera Penale di Bologna e nello specifico l’Osservatorio sulla giustizia minorile. “Auspichiamo una maggiore cautela in tali situazioni. Scelte di questo tipo come l’interrogatorio ai due minori devono essere relegate all’extrema ratio”. Per l’Osservatorio “da tempo soffiano venti favorevoli all’abbassamento dell’età minima per l’imputabilità, frutto di un d desiderio crescente di giustizialismo che non risparmia neppure i bambini. Piuttosto è necessario trovare un solido argine nella difesa dei minori.

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