Assolto dall’accusa di concorso in rapina, la Procura di Teramo ricorre in appello contro un brigadiere dei Carabinieri, ora in pensione

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A dicembre 2015 era stato assolto dalle accuse di concorso in rapina aggravata e favoreggiamento e condannato, invece, a sei mesi – pena sospesa – per omessa denuncia. Un’assoluzione, quella di M. B., brigadiere 53 enne oggi in pensione, finito circa un anno fa nella maxi inchiesta del pm Silvia Scamurra su un giro di droga e rapine nel teramano, contro la quale la Procura di Teramo, nei giorni scorsi, ha depositato ricorso in appello.

L’inchiesta a gennaio 2015 aveva portato a sgominare una banda composta da albanesi e italiani dedita, secondo l’accusa, allo spaccio di cocaina e hashish. Droga che arrivava dal napoletano attraverso corrieri per poi essere spacciata in provincia. Ad alcuni degli indagati venivano contestate anche rapine, come quella del giugno 2013 davanti alla sala Bingo di Corropoli ai danni di una signora.

Al colpo, secondo l’accusa, aveva partecipato anche il carabiniere che, per la Procura, avrebbe guidato l’auto utilizzata per la fuga e avrebbe fatto da palo ad altri due componenti della banda.

Le accuse sono cadute il 10 dicembre 2015 nel corso del rito abbreviato davanti al giudice Roberto Veneziano, che aveva assolto il militare condannandolo solo per l’omessa denuncia. La Procura adesso ha depositato ricorso in appello, confermando l’impianto accusatorio a carico del militare in pensione.

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