Accusa gli agenti di Polizia Penitenziaria di essere stato picchiato, ma era tutto falso e finisce a processo

Assolti sette agenti di polizia penitenziaria

Accusa gli agenti di Polizia Penitenziaria di essere stato picchiato – Aveva riferito ai medici di guardia di essere stato picchiato in cella a Ravenna dalla polizia penitenziaria. Tuttavia, aveva anche fatto un’accostamento ai presunti pestaggi avvenuti precedentemente nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. Ma tutto ciò si è rivelato essere falso. Così, da accusatore, si è trovato ad essere accusato.

Davanti al giudice è iniziato il processo che vede imputato per simulazione di reato un uomo di 40 anni di origine calabrese, attualmente detenuto ad Ascoli ma al momento dei fatti contestati, residente a Port’Aurea.

La vicenda risale al 17 settembre 2021, giorno delle visite mediche durante le quali sono state lamentate delle lesioni.

Secondo le indagini condotte dal pm, il 40enne si sarebbe inflitto da solo, più volte, lesioni al viso con schiaffi, pugni e graffi, al fine di simulare un’aggressione da parte degli agenti penitenziari: in sostanza, un pestaggio allo scopo di avviare un procedimento penale basato sul referto medico. Questo è quanto accaduto, ma alla fine è stato accusato lui stesso. L’accusa avrebbe potuto essere ancora più grave (calunnia) se il 40enne avesse formalmente denunciato le presunte percosse alla polizia giudiziaria.

Durante il processo, hanno preso la parola davanti al vicepresidente del tribunale un paio di agenti e i primi due medici che avevano visitato l’imputato. “Era molto agitato perché non era d’accordo con la decisione del consiglio di disciplina”, ha ricordato il primo testimone.

“Ha usato parole offensive contro la direttrice e si è colpito con schiaffi in faccia, urlando nel corridoio e minacciando di denunciarci, come era già successo a Santa Maria Capua Vetere”. Più colleghi hanno assistito alla scena: “Nel corridoio ha continuato a colpirsi, dichiarando che voleva andare in ospedale e che avrebbe chiamato il suo avvocato”.

Gli agenti di Polizia Penitenziaria: lui si colpiva il volto, nessuno di noi l’ha toccato

Un altro agente intervenuto successivamente ha raccontato di aver udito urla e confusione: “Siamo accorsi tutti per capire cosa stesse succedendo”. Attorno all’imputato c’erano diverse persone che cercavano di calmarlo: “Lui si colpiva il volto, nessuno di noi l’ha toccato, anzi abbiamo cercato di farlo ragionare”.

Tuttavia, in una visita medica successiva, l’imputato aveva dichiarato: “Mi ha detto di essere stato picchiato dagli agenti, presentando due o tre escoriazioni”. Ho avuto frequenti occasioni di vederlo, poiché lamentava un senso di ingiustizia e aveva difficoltà ad adattarsi all’ambiente”. Anche durante la visita successiva alla dottoressa, l’imputato aveva insistito sul fatto di essere stato “picchiato dagli agenti“, mostrando graffi sul viso e chiedendo di essere portato al pronto soccorso, dove è stato accompagnato durante la notte.


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