Accoltella due carabinieri e patteggia 1 anno e 4 mesi di carcere: per il giudice è troppo poco

Carabinieri aggressione
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Alex ha 22 anni e dal 21 gennaio scorso è in carcere a Cremona. È accusato di resistenza e lesioni a due carabinieri. Oggi, a poco più di un mese dall’arresto, il pm onorario e avvocato Vito Castelli ha comunicato al giudice di aver concordato un patteggiamento per chiudere il processo: 1 anno e 4 mesi di reclusione. Per Francesco Panchieri, però, si tratta di una “pena non congrua”: troppo gravi le ferite provocate ai militari, per non parlare dei “pregiudizi di polizia”. Il giudice si è, quindi, astenuto e ha trasmesso il fascicolo al presidente del Tribunale perché sia assegnato a un collega. Intanto, Alex resta in carcere.

Il 21 gennaio era un sabato pomeriggio. Intorno alle 16:30 nella sua abitazione di Crema arrivarono due pattuglie di carabinieri, una di Romanengo e l’altra di Montodine. Era stato suo nonno a chiamare il 112, dicendo che suo nipote era “fuori controllo”. Come ha raccontato l’80enne, “mia moglie ed io eravamo preoccupati, perché girava in casa con un coltello, faceva discorsi strani, diceva che io avevo nascosto delle persone”. Poi aveva iniziato a tirare “i cassetti delle posate”.

Sono stati i nonni a crescere Alex. “Non ha mai fatto del male a una mosca”, ha spiegato l’80enne raccontando come suo nipote aveva trovato da poco lavoro come magazziniere. “A rovinarlo sono poi state certe compagnie”, continua raccontando come Alex aveva iniziato a fare uso di cannabis.

Quel giorno, poi, aveva un gran mal di testa: “Aveva preso delle pastiglie, poi forse le ha mischiate con qualcosa”. Arrivati a casa, i carabinieri avevano cercato di calmare il 22enne: “Butta via il coltello”, gli dicevano. Poi la colluttazione: “Mio nipote era per terra, aveva il coltellino in mano”.

I due carabinieri feriti
In tutto Alex scagliò cinque fendenti. Un carabiniere venne ferito alla testa in maniera superficiale, vicino a un occhio e al cuoio capelluto. L’altro, invece, al polpaccio. Medicati al pronto soccorso, sono stati dimessi il primo con 25 giorni di prognosi e il secondo con 15, ma bastava che il taglio fosse uno o due centimetri più a fondo che gli avrebbe compromesso per sempre l’uso della gamba.

“Mia moglie dice che quando ho chiamato i carabinieri, abbiamo salvato nostro nipote”, assicura l’80enne, “ha ragione, lo abbiamo salvato e lui mi ha promesso che si metterà in riga. E quando lo prometto a suo nonno, non mi tradisce”. fanpage.it

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